Green Power

Un impianto per la produzione di conglomerati bituminosi che combina in modo avveniristico ecologia e performance, rispetto dell'ambiente ed alta produttività.
È davvero possibile? Come scopriremo, la risposta è sì...

Rho (MI), fine ottobre. Nella sede operativa principale della Favini Costruzioni, società specializzata in infrastrutture stradali facente parte di Faustini Europe, viene presentato alla stampa di settore l’impianto per la produzione di conglomerato bituminoso Top Tower 3000 P targato Marini - Fayat Group.
Il costruttore, uno dei nomi più blasonati del settore, ha ideato questo impianto con il preciso obiettivo di trovare il giusto equilibrio fra prestazioni ed ecologia, grazie a tre diverse soluzioni di impiego del materiale di riciclo da fresatura: riciclaggio a uno speciale anello del tamburo essiccatore; dosaggio RAP freddo nel mescolatore; “combinata”. 
Oltre ad ecologia, l’altra parola-chiave è performance: il Top Tower 3000 P può infatti arrivare ad una produzione massima di 260 t/h (in vagliato) o 320 t/h (in scarico diretto) ed ha una potenza nominale di 250 t/h (3% circa di umidità).
Per capirne al meglio caratteristiche e potenzialità abbiamo esplorato le varie parti dell’impianto in compagnia di Marzio Ferrini, Head of Product Marketing di Marini – Fayat Group: ecco quello che ci ha raccontato.

Partiamo dal rispetto dell’ambiente: perchè il Top Tower è più “verde” degli altri impianti? 

Questo impianto è rispettoso dell’ambiente innanzitutto perchè permette sostanziali risparmi di energia elettrica e di combustibili. I circuiti dei gas e dei fini di recupero sono ottimizzati grazie al posizionamento del filtro al di sopra del tamburo essiccatore ed al nuovo concetto della torre di essiccazione. Grazie al collegamento essiccatore-filtro più corto e coibentato, c’è minore dispersione termica dei gas in uscita e i consumi del bruciatore risultano ridotti. I fini sono recuperati nella tramoggia sotto filtro per gravità e da lì sono trasportati alla relativa tramoggia di pesatura; ne consegue una riduzione delle coclee necessarie e del consumo elettrico totale ed inoltre i fini recuperati si trovano in un ambiente di aria calda e sono reintrodotti nella miscela finale alla più alta temperatura possibile. Vaglio e tramogge sotto vaglio sono coibentate e pannellate, per abbattere le dispersioni termiche. Oltre a questi aspetti, vorrei sottolineare che le emissioni di polveri nell’atmosfera sono conformi alle più recenti norme a tutela dell’ambiente, che la torre di mescolazione è predisposta per pannellatura totale o parziale, al fine di ridurre ulteriormente le emissioni di polveri e la rumorosità, e che la superficie di ingombro al suolo è la minore che si può trovare sul mercato, a tutto vantaggio del cantiere che si presenta pulito ed organizzato.

Questo impianto garantisce tre diverse soluzioni di impiego del materiale di riciclo da fresatura: ce le può descrivere?
Inizio dalla soluzione con riciclaggio ad uno speciale anello del tamburo essiccatore, da sempre la punta di diamante delle soluzioni Marini, comprovata da centinaia di applicazioni. Questo speciale anello consente l’alimentazione del RAP nel punto ideale del tamburo essiccatore senza alcuna infiltrazione di aria fredda parassita. Il riciclato non entra in contatto diretto con i gas caldi della fiamma del bruciatore, ma è riscaldato gradualmente nel tamburo tramite palette a recupero di calore e mescolato con gli aggregati vergini che sono stati riscaldati alla temperatura più adatta. In questo modo, il RAP è riscaldato gradualmente, evitando il rischio di danneggiamento del bitume riducendo enormemente la possibile formazione di intasamenti poiché viene nuovamente mescolato con gli aggregati vergini.
Il riciclaggio arriva comodamente fino al 35%, ma si possono ottenere anche percentuali più alte a condizione che il materiale sia trattato e stoccato nel modo corretto. Una seconda soluzione è rappresentata dal dosaggio RAP freddo nel mescolatore con una speciale linea di alimentazione che consiste in predosatore e nastro alimentatore; gruppo di dosaggio RAP freddo che comprende: elevatore a tazze, tramoggia tampone e nastro di pesatura, scivolo di introduzione nel mescolatore, sistema di aspirazione vapore. Il riciclaggio può essere fino al 40% ed è una soluzione altamente consigliata quando è richiesta la vagliatura degli aggregati vergini.
La terza opzione è la cosiddetta “Combinata”, vale a dire una combinazione delle due tecnologie descritte in precedenza: si tratta della migliore soluzione tecnica in termini di flessibilità nell’utilizzo e prestazioni del RAP. Il riciclaggio arriva fino al 60%, a condizione che il materiale sia trattato e stoccato nel modo corretto.