Ripartire a tutta tecnologia

Al lavoro nei cantieri del primo lotto del Ti.Bre un ampio parco macchine CAT, nel quale spiccano due escavatori 323E NL con tecnologia Accugrade GPS

Pensiamo alle cattedrali, esempio di opere del passato destinate a rimanere nel tempo e a segnare la magnificenza dei committenti, opere per le quali progetto e costruzione duravano anni, decenni, secoli. Ebbene, non si può di certo paragonare un'infrastruttura come il Ti.Bre a una cattedrale, se non che le tempistiche di approvazione e inizio lavori quasi ne richiamino alla mente l'iter.
Il Ti.Bre è un progetto dello scorso secolo. Del Corridoio Plurimodale Tirreno-Brennero (Ti.Bre appunto) se ne parlava già decenni fa, tanto che la sua prima stesura, inclusa nella convenzione della concessione di Autocisa Spa, risulta datata 1974.
L'idea era, e rimane, semplice: collegare l'autostrada della Cisa A15, da Fontevivo all'altezza di Parma, con l'autostrada del Brennero A22, nei pressi di Nogarole Rocca in provincia di Verona. E così si farà, per una lunghezza complessiva di circa 85 km comprensivi dell'adeguamento di un tratto (km 2,350) dell'Autostrada A15 a sud dell'intersezione con l'Autostrada A1.
Tre le regioni coinvolte: Emilia Romagna, che sarà attraversata dalla nuova autostrada per 17,5 km in Provincia di Parma; Lombardia che vedrà coinvolte le Province di Cremona e Mantova per 52 km e Veneto, che sarà percorsa dalla nuova infrastruttura per 15,5 km in Provincia di Verona.
Al momento, però, l'unico lotto appaltato è il primo, che parte nel comune di Fontevivo, quindi dal raccordo con la A15, e arriva nel comune di Trecasali dove verrà realizzato lo svincolo di autostazione Terre Verdiane, per un totale di 9,5 km di sviluppo, tutti nella provincia di Parma.
In un tratto relativamente breve come quello che costituisce questo primo lotto, approvato nel 2011 e di cui l'impresa Pizzarotti Spa, vincitrice dell'appalto, ha presentato nel 2014 la progettazione esecutiva, ricadono importanti opere d'arte quali viadotti, gallerie e ponti, fra i quali spicca quello sul Fiume Taro che fa da spartiacque non solo fra i due comuni, ma anche fra i due segmenti del tratto autostradale nel quale sono al lavoro molteplici imprese subappaltatrici.
Abbiamo visitato il cantiere a Est del fiume Taro, dove opera l'impresa Turchi Cesare Srl il cui direttore di cantiere, l'ing. Andrea Denti ci ha spiegato che: "i primi lavori sono iniziati a settembre 2016, quando il subappalto di Turchi riguardava la fornitura (per tutto il primo lotto, quindi anche per la parte relativa allo svincolo A15 ad Ovest del Taro) sia di terra stabilizzata prelevata dalla cava di prestito del Comune di Torrile, di cui noi abbiamo in appalto la coltivazione, che i conglomerati bituminosi prodotti nella nostra sede di Rubiera Marzaglia; in seguito, da marzo 2017 abbiamo vinto anche il subappalto per una serie di attività di posa in opera, quindi formazione di rilevati, opere idrauliche, fossi e tombini per la realizzazione di 4 km di opera completa, ossia dai fondi scavo fino agli asfalti. E questo in poco tempo - prosegue Denti - poiché la fine lavori è prevista per gennaio 2019, pertanto occorre procedere a ritmo serrato tanto che a maggio, in cava, abbiamo avuto anche punte di 400 camion al giorno per sopperire alla necessità di dover realizzare le opere propedeutiche all'avvio del cantiere vero e proprio, come la variante provvisoria sulla SP Cremonese, poco prima dell'abitato di Ronco Campo Canneto. In più - precisa - ci è stato chiesto anche di intervenire asfaltando opere esistenti, quali piste ciclabili e strade di uso quotidiano, oltre a realizzare le prime opere accessorie alla tratta autostradale".

Il presente articolo è stato pubblicato a pag. 24 del n.630/2017 di Quarry & Construction...continua a leggere