Giorgio Novara srl

L'usura causata dai materiali abrasivi impone problematiche all'ordine del giorno nelle realtà estrattive. I costi diretti e indiretti incidono profondamente sulla produttività. La Giorgio Novara s.r.l., partner per l'Italia delle parti di usura in Hardox della SSAB, ha risolto in modo brillante questi problemi in una applicazione in quarzite compatta Permo-Triassica fra le Alpi piemontesi

La consapevolezza dei costi di estrazione di un materiale è ben insita nel DNA delle realtà più organizzate. Che sanno bene quanto siano importanti le voci relative alla manutenzione spesso sottovalutate da molti utilizzatori meno attenti.
L'usura provocata dall'abrasione è uno di quegli aspetti che alzano questi elementi economici e che le aziende estrattive valutano con estrema attenzione perché incidono profondamente sulla produttività aziendale. Difficile inserire questi fattori nella valutazione a metro cubo di materiale estratto e lavorato. Se risulta più semplice a livello industriale, dove ogni singola voce viene attentamente monitorata, risulta più difficile quando i cicli di lavoro non sono controllati a livello complessivo e ci si affida più a un certo tipo di esperienza che, però, potrebbe non essere sempre sufficiente.
Il classico esempio è quello in cui, nel ciclo di lavorazione di un semilavorato, ci si occupa solo di alcuni aspetti e dove questi sono, di solito, a minor valore aggiunto. E dove la produttività viene calcolata sulla base di un volume estratto a un prezzo contrattualmente predefinito. Emblematico il caso in cui una realtà estrattiva importante affidi a un contoterzista le lavorazioni al fronte cava lasciando quindi ricadere ogni onere straordinario su chi effettua questo gravoso compito. Se gli effetti complessivi delle usure non sono valutati in modo corretto si rischia di incorrere in costi aggiuntivi legati non solo agli interventi da effettuare concretamente per risolvere il problema ma anche ai fermi macchina e alle ovvie mancate produzioni.

La quarzite come banco di prova

Si tratta del problema in cui la Dovero Scavi e Trasporti di borgo San Dalmazzo (CN) si è imbattuta nel corso della coltivazione della cava Sibelco a Robilante (CN).
Un fronte estrattivo in cui la quarzite, con forte presenza di silicati, rappresenta un duro banco di prova a cui sono sottoposti uomini e mezzi. Operare in un contesto di questo tipo ha messo in luce aspetti non valutati inizialmente come l'usura a cui sono sottoposti i cassoni dei dumper nella semplice operazione di ribaltamento nella tramoggia di alimentazione.
La coltivazione avviene per gradoni con preminaggio e volate successive. La pezzatura del materiale ha consistenza sabbiosa con qualche elemento di volume medio piccolo.
Non siamo quindi in presenza di grandi massi che potrebbero arrecare evidenti danni da urto al cassone. 
Il carico del materiale dal fronte cava avviene con una pala gommata Komatsu WA700-3 che carica un dumper rigido Komatsu HD605-7. Il materiale viene quindi trasportato fino alla tramoggia di alimentazione del frantoio primario. In questa prima fase avviene la riduzione a pezzatura uniforme e poi inviato allo stabilimento di trattamento collocato 6 km più a valle tramite nastri trasportatori completamente protetti che generano corrente elettrica sfruttando il forte salto di quota.

L'articolo è stato pubblicato a pag. 32 del n. 620/2015 di Quarry&Construction...continua a leggere