Panta Rei

È stata presentata ufficialmente nella sede di Cinisello Balsamo (MI) Epiroc Italia srl, ossia la ex divisione Ingegneria Civile, Cave e Miniere di Atlas Copco, che dopo lo split aziendale si presenta ancor più focalizzata sul settore infrastrutturale e ancor più vicina ai clienti, al motto di "United in performance. Inspired by innovation"

È Eraclito il filosofo del Panta Rei, il filosofo del tutto scorre, dell'eterno cambiamento e mutamento che fa sì che l'uomo, come riprenderà Platone, non possa mai immergersi due volte nello stesso fiume. E così è, tutto è in divenire e in trasformazione. Anche aziende con 145 anni di storia alle spalle accade che devino il loro corso.
Atlas Copco, gruppo multinazionale fondato nel 1873 e di proprietà del colosso svedese Investor AB Holding, con all'attivo 44.000 dipendenti, 180 sedi in tutto il mondo, una quotazione alla borsa di Stoccolma con una crescita annua del +30% e un valore stimato di 12 miliardi di Euro, ha annunciato lo scorso anno la scissione in due distinte realtà: una focalizzata sul comparto industriale sotto il nome Atlas Copco e l'altra che, in maniera autonoma e indipendente, trasformerà quella che era la divisione di Ingegneria Civile, Cave e Miniere di Atlas Copco in Epiroc. Il 2 maggio 2017, infatti, nasce ufficialmente Epiroc AB con 3 miliardi di fatturato, 150 società di vendita dedicate sul territorio, 12.000 dipendenti e una quotazione alla borsa di Stoccolma prevista entro il primo semestre 2018.
Due società diverse, dunque, ma sempre appartenenti al medesimo gruppo Investor Holding AB, una votata al mercato industriale e l'altra al mercato infrastrutturale, compreso quello italiano visto che il 1 ottobre 2017 è nata Epiroc Italia srl con sede a Cinisello Balsamo (MI) dove, fino a qualche mese fa, si trovava appunto la sede della Divisione Ingegneria Civile, Cave e Miniere di Atlas Copco. Un passaggio di consegne, un cambiamento più nel nome che nei fatti se lo si guarda dal punto di vista dell'utilizzatore finale.
Come ci spiega Edoardo Angelucci, Amministratore Delegato di Epiroc Italia srl: "La ragione del cambiamento la si può ritrovare nella volontà di concentrare tutto il nostro focus sul cliente. Atlas ed Epiroc - prosegue - hanno mercati di riferimento differenti con differenti esigenze; la scissione garantirà migliori opportunità di crescita sui differenti mercati, nonché un ceo e un board dedicati a dimostrazione di una maggior focalizzazione sui rispettivi settori e una maggior snellezza e velocità operativa".
Velocità operativa per poter offrire le soluzioni più idonee e le migliori opportunità di crescita ai clienti che utilizzano le linee di prodotto trattate da Epiroc, ossia macchine per scavi in sotterraneo, macchine per perforazioni in superficie, attrezzature idrauliche e strumenti di perforazione, così da coprire ampi ambiti applicativi che spaziano dall'ingegneria civile, al mondo delle cave e delle costruzioni, alle miniere, fino ad arrivare al settore demolizione e riciclaggio.
D'altronde il nome stesso Epiroc, di derivazione parte greca e parte latina, sta a significare proprio "vicino alla roccia" (epi: su, accanto e roc: roccia). Non solo, se Atlas altro non è che Atlante, colui che secondo la mitologia greca regge il mondo sulle sue possenti spalle, Epi richiama alla mente Epimeteo, il fratello di Atlante, anch'egli titano. E proprio come fratelli, anzi come società sorelle, si collocano sul mercato Atlas Copco e la neonata Epiroc, intenzionata a mettere la sua esperienza ultracentenaria al servizio degli operatori di tutto il mondo che sulla roccia, vicino alla roccia, dentro la roccia lavorano quotidianamente. Ecco la vocazione di Epiroc, la cui vision, come sottolinea Angelucci: "è quella di essere riconosciuti, a livello globale come leader nel settore mining, construction e demolition, nonché avere il più ampio portafoglio prodotti affiancato da un eccellente servizio di after market da poter offrire ai clienti, così da raddoppiare il nostro giro d'affari da 3 a 6 miliardi in 5 anni, perché questa è la nostra mission, la mission del leader di mercato che si fonda su cinque pilastri: presenza, innovazione, eccellenza in tutti i processi produttivi, servizi e ovviamente persone. Sono questi i valori - conclude - che rappresentano il vero core della nostra strategia".
D'altronde in questo split aziendale persone e asset sono rimasti gli stessi così da garantire quell'united in performance, inspired by innovation che vuol rappresentare la filosofia sottesa a Epiroc. Ed è proprio il network di persone capaci, competenti e appassionate che, unite, possono seguire e gestire i clienti in modo ancora più efficiente, senza dispersione di energie ma con un focus mirato al settore/lavoro di riferimento, così da risultare veramente united in performance, uniti nei risultati. Ma Epiroc, soprattutto, si presenta inspired by innovation, ispirata dall'innovazione, in quanto come ha modo di sottolineare ancora Angelucci: "è l'innovazione la freccia in più che Epiroc ha nel suo arco, in quanto anche il settore minerario sta cambiando velocemente, ci sono macchine guidate a 10.000 km di distanza stando comodamente seduti in poltrona o usando il joystick in ufficio, macchine autonome alimentate a batteria e non più a motore diesel, c'è tutta una spinta alla innovazione che ci rende fiduciosi di riuscire nella sfida di digitalizzare tutte le miniere entro i prossimi 5 anni, così da poter aumentare, grazie alle nuove tecnologie, la produttività dei nostri clienti in maniera sostenibile, sicura, efficiente ed efficace facendo appunto leva sull'innovazione".
Se c'è quindi un passato, i 145 anni di storia, un presente, il nuovo assetto di Epiroc, e un futuro come abbiamo visto connotato da una forte spinta all'innovazione e da progetti importanti, più che doveroso appare volgere uno sguardo alle persone che rendono e renderanno possibile tutto questo, soprattutto a livello di service perché, nell'ottica dell'utilizzatore finale, è il service quel valore in più in grado di fare la differenza.
Non solo prodotti, di altissimo livello quasi da risultare superfluo parlarne visto che i carri da perforazione, le pale caricatrici e i dumper, le attrezzature per la perforazione in rimonta, gli utensili perforatori da roccia, i sistemi di ventilazione e le attrezzature da braccio, una volta marchiati Atlas e ora Epiroic si sono sempre distinti nelle cave e miniere in tutto il mondo. Il focus è ora tanto sui prodotti quanto sulle persone.
Come evidenzia Mario Parravcini, Business Line Manager Mining and Rock Excavation Service di Epiroc Italia Srl: "dei 12.000 dipendenti di Epiroc AB la metà sono nel service proprio per indicare il focus elevatissimo che la società pone sul supporto cliente e sull'assistenza post vendita, nonché su tutti i servizi collegati di cui un prodotto ha bisogno. Noi ci occupiamo di post vendita - prosegue - di tutte le macchine da perforazione, sia di superficie che di sottosuolo, operando in tutti i settori infrastrutturali che vanno dalle cave di estrazione inerti ai siti di lapidei ornamentali, dalle fondazioni speciali ai consolidamenti, dalla ricerca idrica alla geotermia, per arrivare alle grandi opere. I nostri servizi - continua - sono basati su interventi di riparazione specialistica effettuati sul campo, fondati sul pronto intervento con tecnici qualificati, certificati level 2 che hanno un'ottima conoscenza di tutta l'automazione che contraddistingue le nostre macchine. Ma soprattutto - puntualizza ancora Parravicini - siamo in grado di fornire ricambi in 24 ore per l'Italia e 48 ore nelle isole, pur non avendo un magazzino nel nostro Paese ma facendo arrivare direttamente i prodotti dalla Svezia, in più nell'officina di Cornaredo (MI) possiamo fare manutenzioni profonde dei nostri macchinari, riportandoli a nuovo. Per qualsiasi problema - conclude - offriamo anche un supporto telefonico h24, gratuito, ai nostri clienti che ormai da decenni ci considerano al loro fianco, sempre e ovunque".
Sta proprio in questa vicinanza al cliente, in questa proiezione al futuro e nella spinta all'innovazione la vera forza di Epiroc, nuova arrivata sul mercato ma con alle spalle una tradizione centenaria che altro non fa che confermare le parole di Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo: "Tutto cambia perché nulla cambi".