Soluzioni Concrete

La prima Concrete Conference promossa da Federbeton Confindustria (a Milano il 6 dicembre 2017) è l'occasione per fare il punto sui temi attuali che riguardano l'industria del cemento e del calcestruzzo che esce molto provata dalla crisi economica e deve confrontarsi con nuovi scenari economici, culturali e normativi. Siamo capaci di rimettere al centro dell'economia del Paese il nostro settore industriale delle costruzioni?

Su questa domanda si confrontano gli addetti ai lavori nella giornata di riflessione promossa da Federbeton: Aitec, Atecap, Cis, Ermco, Assiad, Anpar, Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Conpaviper, Ministero del Lavoro, Ministero Infrastrutture e Trasporti, Federcostruzioni, Uni. Al centro, tutte d'accordo le voci interpellate, si delinea la necessità di invertire la rotta e far ripartire l'economia del Paese mettendo al centro l'industria, e dunque anche l'industria delle costruzioni e del calcestruzzo. Nonostante la crisi economica abbia lasciato un segno importante e quasi annullato il mercato, come apprendiamo dal commento dei dati (sconfortante a tratti), le imprese italiane possiedono il know how, la tecnologia, anzi le best technologies, per invertire la rotta e ripartire. Esse sono in grado di rispondere alle sollecitazioni attuali e confrontarsi con i nuovi driver di sostenibilità e legalità, di inserirsi nel quadro dell'economia circolare oggi dominante. La storia dell'eccellenza italiana, anche nel settore del calcestruzzo, del resto è lunga e risale al boom economico, alla costruzione dell'Autostrada del Sole e a seguire dell'intera rete infrastrutturale italiana che ha portato il nostro know how nel mondo, come sinonimo di qualità. Oggi quel patrimonio infrastrutturale, fiore all'occhiello degli anni Sessanta e Settanta, sta invecchiando, anzi, in alcuni casi è decisamente obsoleto, quindi, a rigore di logica ci sarebbero anche molte opportunità per sviluppare un nuovo mercato del calcestruzzo in Italia. Ma la ripresa, nonostante i segnali di crescita previsti per il 2018, sembra molto difficile... L'analisi rigorosa e le soluzioni concrete proposte da Federbeton e dai relatori della prima Concrete Conference.


Segnali di ripresa ... e le costruzioni?
Il 2017 ha segnato una lieve ripresa, con valori e percentuali interessanti. Per il 2018 le previsioni annunciano un aumento dell'1,8% del PIL rispetto al 2017. Ma il mercato delle costruzioni non segue questo trend, sembra restare indietro anche se il 2018 potrebbe essere l'anno dell'inversione del ciclo. Secondo le stime di Ance gli investimenti nelle costruzioni (in caduta fino a tutto il 2016) tornano a salire dello 0,2% nel 2017 e il 2018 dovrebbe portare un +1,5% sull'anno precedente, consentendo all'Italia di confermarsi quarto Paese in Europa per output di settore (valore stimato 170 miliardi).


Uno scenario difficile

"Uno scenario molto difficile": così definisce Sergio Crippa di Federbeton in apertura dei lavori, la realtà italiana nella quale si trovano ad operare oggi gli imprenditori. Un Paese difficile, forse il più difficile d'Europa; un Paese che non riconosce più i valori economici industriali; uno scenario che ha chiesto a molte imprese uno sforzo importante di sopravvivenza, piuttosto che di crescita, sviluppo e ricerca. Crippa afferma oggi il diritto alla crescita di questo settore, che sembra invece essere rimasto al palo, bloccato sia dalla crisi economica, sia da un modello di sviluppo che ha lasciato da parte l'industria nel nostro Paese per puntare l'attenzione su altri settori dell'economia (turismo, moda, gastronomia). I numeri lo dimostrano, come conferma anche Giacomo Marazzi di Aitec che afferma che il crollo del settore raggiunge il 60% e le perdite dall'inizio della crisi toccano le 600.000 unità(praticamente il mercato non esiste più).
Infine occorre fare i conti con il cambiamento, con i nuovi driver di sostenibilità e legalità, di trasparenza e di qualificazione, con cui è necessario oggi confrontarsi.
La ristrutturazione urbana, all'insegna della sostenibilità sembra oggi essere l'unica declinazione possibile del mondo delle costruzioni. Ed è una cosa buona. Ma ci vuole di più, mette in allarme Crippa, svelando il punto debole del sistema Paese: la rete infrastrutturale italiana risale in grandissima parte agli anni Cinquanta e Sessanta e risulta oggi obsoleta e in alcuni casi pericolosa, come annunciano purtroppo le cronache di disastri e incidenti, addirittura crolli di opere d'arte infrastrutturali. Oggi interventi tampone non bastano più e l'economia del Paese ha bisogno urgente della ricostruzione sistematica della rete infrastrutturale. Gli stessi soci Assobeton, continua Crippa, lamentano problemi di trasporto dei propri prodotti sempre più frequenti sui ponti.
La soluzione auspicata passa dunque per la definizione di un nuovo modello di sviluppo che rimetta l'industria al centro dell'economia. Nuovo si fa per dire perché quello auspicato ripropone il modello di sviluppo legato proprio alla filiera del calcestruzzo, che dalla costruzione dell'Autostrada del Sole in avanti ha portato l'eccellenza delle imprese italiane e del made in Italy nel mondo. Il secondo passo individuato è il cambiamento, per ottemperare alle richieste dell'economia di oggi che si deve confrontare con l'ambiente, la sostenibilità, la legalità e infine, il terzo passo individuato come necessario per l'inversione di rotta è l'interlocuzione coi decisori politici. L'interlocutore politico infatti sembra non muoversi di fronte a una situazione così compromessa e a un Pese che accusa la vetustà della propria dotazione infrastrutturale. Eppure, affermano gli addetti ai lavori, in Italia anche se non c'è più mercato, ci sono tecnologie avanzate e best technologies, insomma tutto il know how e le potenzialità per invertire la rotta. La filiera del calcestruzzo, afferma Crippa, è in grado di rispondere alle nuove esigenze di sostenibilità nelle costruzioni guardando all'evoluzione normativa e puntando alla centralità del pieno rispetto per le regole.


Il mercato

Rispetto al mercato, illustra Giacomo Marazzi di Aitec, la crisi iniziata nel 2008 ha fortemente ridimensionato il comparto intero. Ciò tuttavia non ha impedito investimenti elevati nel settore sicurezza e ambiante che hanno portato una rapida diminuzione delle emissioni. Il Paese tuttavia sembra girare a due velocità; mentre al Nord la produzione si è adeguata alla domanda (su 90 stabilimenti ne sono stati chiusi 30) nel Sud e nelle isole, la capacità produttiva resta troppo alta rispetto alla richiesta, con un conseguente crollo importante del prezzo che è 20-25% al di sotto della media europea. Unica consolazione la competitività del nostro mercato sul presso, con il risultato che le multinazionali si salvano con l'esportazione, ma intanto le aziende nazionali e quelle più piccole sono costrette a vendere o chiudere (negli ultimi 2 anni il 20% degli stabilimenti sono passati in mano alle multinazionali).
La grande sfida che Italia ed Europa del calcestruzzo si troveranno ad affrontare nei prossimi decenni, come afferma Andrea Bolondi di Atecap, è quella di ripensare il modello produttivo nell'ottica della sostenibilità ambientale. Occorre innanzitutto passare da un modello "lineare" che produce, consuma e getta rifiuti nell'ambiente, a un nuovo modello "circolare" che produce, consuma e poi ricicla gli scarti e i prodotti usati.
Silvio Sarno, past president di Atecap indica nel rispetto delle regole il presupposto di tutto il sistema Paese. L'osservanza delle leggi e delle norme è alla base del patto di convivenza civile prima ancora che della concorrenza di mercato. "Le norme sono un'opportunità da cogliere insieme, non un ostacolo da aggirare da soli" afferma il relatore.
Per ridare centralità e valore aggiunto al mercato del calcestruzzo occorre vedere gli attori non più come produttori di aggregati, ma come venditori di eccellenze. Infatti in un comparto che si presenta oggi logoro e con una struttura organizzativa sovradimensionata, solo chi ha fatto investimenti in sostenibilità e in tecnologie resta sul mercato. Lo confermano anche i relatori che hanno partecipato alla tavola rotonda al termine del convegno che è stata infine l'occasione per parlare di come garantire un'edilizia pienamente rispondente a criteri nuovi di qualità e sostenibilità, valori oggi imprescindibili anche per il comparto delle costruzioni.


Il calcestruzzo che ha fatto grande l'Italia: la parola ai tecnici

Per tornare al tema dei manufatti in calcestruzzo d'Italia, in particolare del settore autostradale, la loro età si avvicina ormai ai 50 anni, cioè al fine-vita dal punto di vista progettuale. Giuseppe Mancini del Politecnico di Torino afferma che occorre un'operazione di assesment, cioè di confronto con le norme vigenti oggi perché moltissimi di essi, per vetustà o per concetto costruttivo non soddisfano più le norme né per robustezza né per durabilità. Occorre prevedere un'attenta valutazione strutturale ed eventuale adeguamento per poter "ridare" 50 anni di vita alle strutture. Un esempio di questo modo di procedere arriva dalla Germania dove è stata avviata una valutazione strutturale di tutti i ponti, con l'attribuzione di un valore che ne delinea il destino, dalla chiusura immediata, all'agibilità completa, passando per diversi gradi di efficienza o necessità di interventi di ammodernamento o consolidamento. Risponde Francesco Biasioli di Ermco, d'accordo sull'obiettivo "strutture adeguate alle necessità attuali (energetiche, strutturali, di durabilità...)", ma più propenso per la maggior parte dei casi a una seria valutazione economica alla base delle decisioni, che spesso farebbe propendere per la demolizione e ricostruzione, soprattutto per il settore pubblico.
Oltre alla vetustà delle strutture, continua il relatore in Italia occorre oggi fare i conti con i recenti eventi sismici che hanno messo in luce la grande vulnerabilità delle strutture.
Mancini introduce a questo proposito il nuovo concetto di "manutenzione anticipata", cioè, concretamente, occorre anticipare il degrado, cioè sostituire quindi la capacità reattiva con un atteggiamento proattivo nei confronti delle strutture e della loro durabilità.
Sul tema delle pavimentazioni industriali per le infrastrutture in generale e in galleria in particolare, per esempio, c'è ancora molto da fare. La pavimentazione industriale in calcestruzzo garantisce in galleria, dove il pericolo è maggiore, maggior sicurezza, minor rischio di incidenti, maggior comfort e durabilità eccellente. Occorre con coraggio, promuovere queste eccellenze, anche perché, afferma Biasioli, in Italia le capacità tecniche del settore delel pavimentazioni industriali sono eccellenti. Vi sono almeno dieci industrie italiane che hanno competenze molto elevate.
Un discorso simile porta Anpar, con Paolo Barberi, il quale pure afferma, parlando in questo caso del settore degli aggregati riciclati, che c'è un'offerta tecnica e tecnologica di qualità e sostenibilità certificate (marcatura CE per gli aggregati riciclati; piena rispondenza a norme), ma che non corrisponde al mercato. Il mercato lamenterebbe carenza di questi prodotti, la quale non risponde a verità. Il documento presentato a Rimini Ecomondo da Anpar, conta infatti centinaia di impianti in Italia in grado di produrre aggregati riciclati di alta qualità, marcati CE; evidenzia un dato, di 80 milioni di ton/anno di rifiuti da C&D a invita quindi a riflettere su una grande potenzialità, ancora troppo poco sfruttata.
Marco Borroni di Federbeton presenta un nuovo strumento per la sostenibilità: RSS Responsible Sourcing Scheme, una certificazione di gestione responsabile che si sta diffondendo a livello mondiale, diventando un fattore importante di valutazione per gli investitori esteri che vogliono investire in Italia. Federbeton è il referente italiano accreditato per questa certificazione che valuta la sostenibilità sociale, ambientale, e dei diritti umani di un progetto. Il mercato oggi, affermano i tecnici, seleziona secondo protocolli e strumenti di misurazione della sostenibilità e dei sistemi di qualità internazionali e riconosciuti.
Chiude la parte tecnica e normativa la voce di Antonio Lucchese del Consiglio Superiore del Lavori Pubblici che conferma la volontà del Legislatore di avere una normativa più facile e snella, di facile applicazione. E' in corso infatti un ambizioso tavolo tecnico per le Nuove Linee Guida e norme tecniche per le costruzioni che pone particolare attenzione sulla qualità dei materiali e sul loro controllo e si pone l'obiettivo di semplificare e chiarire molti aspetti.