Nel cuore storico di Firenze

Al centro del progetto di riqualificazione dell'ex monastero Sant'Orsola è impegnata una gru a torre Potain Igo 50 di Tognaccini Noleggi che, dopo aver fatto un ingresso spettacolare tra i vicoli del quartiere San Lorenzo, è ora all'opera per consentire alla Costruzioni Vitale Srl la realizza- zione delle coperture dei tetti

"Se sai dove guardare, Firenze è il Paradiso". Questa è la frase che fa da incipit al noto romanzo "Inferno" di Dan Brown ed è proprio così che ci siamo avventurati per i vicoli del quartiere San Lorenzo, osservando ciò che ci circondava con grande attenzione e immergendoci a pieno nella storia secolare di questa città. A pochi passi da Piazza Duomo e incastonato tra la frequentata zona della stazione di Santa Maria Novella, le eleganti via Cavour e via de' Cerretani, il quartiere San Lorenzo è uno di quei posti in cui la cultura popolare dei mercati e delle bancarelle si mescola alla maestosità dei monumenti voluti dalla famiglia Medici e alla meraviglia di un patrimonio artistico senza eguali. Tra questi non si può non citare il monumentale complesso Sant'Orsola che, anche se guardandolo adesso non si direbbe, un tempo era un vero e proprio gioiello architettonico.
A partire dalla sua fondazione nel 1309 con l'effettivo completamento dell'edificio nel 1327, l'ex monastero benedettino ha subito numerose trasformazioni, non solo lavori di ammodernamento e ampliamento, ma anche drastici cambiamenti: passato dalle suore benedettine alle francescane, fu definitivamente soppresso agli inizi dell'Ottocento e, dopo alcuni lavori di ristrutturazione ad opera dell'architetto Bartolomeo Silvestri, divenne la sede di Manifattura Tabacchi. Nel secondo dopoguerra, l'ex monastero Sant'Orsola divenne centro d'accoglienza per gli esuli istriani, fiumani e dalmati, ma fu negli anni '80, dopo essere diventato proprietà del Demanio, che subì forse l'intervento più drastico e imponente mai realizzato e che andò ad intaccare in maniera definitiva il manufatto architettonico originale privandolo quasi completamente della sua identità. Il progetto del Demanio prevedeva di creare all'interno dell'ex monastero una caserma della Guardia di Finanza e per realizzarlo tutte le murature vennero imbracate con reti di ferro e coperte di cemento con la nota tecnologia del calcestruzzo proiettato o spritz beton. Tramite una lancia ad aria compressa è stata infatti spruzzata all'interno di tutte le pareti del complesso Sant'Orsola una miscela cementizia additivata che, unita a prodotti acceleranti di presa, ha consentito l'"aggrappo" istantaneo del conglomerato rendendo tutti i muri una massa compatta e omogenea. Proprio a causa di questa tecnologia "invasiva" la struttura preesistente è stata completamente coperta e l'intero patrimonio culturale sottostante interamente perduto. Anche i pavimenti fecero più o meno la stessa fine e vennero rivestiti da gittate di cemento, tutto per dare "aria nuova" alla sede della Guardia di Finanza, salvo poi rendersi conto che il luogo non era adatto alle esigenze pratiche di un corpo di polizia e decisero di trasferirlo da un'altra parte. Abbandonato e ridotto ad edificio fatiscente con muri scrostati, travi di legno marcio a terra, resti di impalcature, ponteggi e lamiere, il complesso Sant'Orsola è stato ostaggio per molti anni della burocrazia fino a quando, nel 2004, è passato nelle mani della Città Metropolitana di Firenze che ha deciso di riqualificarlo per donargli un nuovo futuro. La Città Metropolitana di Firenze ha finanziato un primo progetto con un investimento di quasi 4,5 milioni di euro per sostenere i principali interventi, ossia il rifacimento delle coperture e, a seguire, quello delle facciate. Lo scorso 12 novembre sono iniziati i primi lavori che vedono coinvolti l'azienda Costruzioni Vitale Srl di Caivano (NA), vincitrice del bando per la realizzazione dei nuovi tetti e delle coperture.
Dapprima sono stati attuati, soprattutto nelle corti Taddea e Panicale, interventi di isolamento, impermeabilizzazione, coibentazione e tutte le opere cosiddette di sola "finitura" tra cui anche l'apposizione di coppi e tegole, poi si è passati ai lavori più complessi che riguardano tutte le strutture deteriorate o addirittura non più esistenti. A seconda dello stato di degrado viene valutato man mano come procedere tra il rifacimento dei solai e il ripristino delle coperture.
Ciò che ha segnato però una vera svolta nell'andamento dei lavori di recupero e riqualificazione dell'ex monastero Sant'Orsola è stato l'arrivo e successivo impiego di una gru Potain, che ha permesso agli operatori di caricare e scaricare tutto il materiale necessario per la ricostruzione. Spettacolare l'arrivo di questa macchina cantiere.

 

Un colosso tra i vicoli
Erano le 21 dello scorso 5 maggio quando un semovente colosso di 16 metri di lunghezza ha fatto il suo ingresso nel quartiere San Lorenzo facendosi largo tra le piazze e le stradine del centro storico di Firenze partendo da Piazza San Marco, passando per Via Cavour, Via Guelfa, fino all'ingresso nell'ex monastero. Con una lunga serie di piccoli movimenti e sotto lo sguardo incuriosito di commercianti, riders, turisti, residenti e frequentatori dei locali vicini, la gru Potain Igo 50 ha letteralmente varcato il cancello che porta al cortile minore del complesso. Tutto questo è stato possibile grazie al cosiddetto "gapo", una macchina innovativa con motore a traino che può essere manovrata a distanza con un radiocomando. La manovra è stata eseguita con grande maestria dagli operatori della ditta Liberi Trasporti incaricati della consegna della gru al cantiere; successivamente, due camion hanno introdotto le 12 zavorre da circa due tonnellate l'una per un totale di quasi 40 tonnellate. Sempre nel corso della notte si sono svolti i lavori di innalzamento e messa in funzione dell'argano.
Alla corte di una Igo 50
Lo scenario offerto dal complesso Sant'Orsola una volta entrati al suo interno è quello di un monumento deturpato, deteriorato e ferito ma che conserva un'aura magica, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. È lo stesso geometra Cosimo Maietta di Costruzioni Vitale a raccontarci la storia del monastero e a guidarci tra le corti Panicale, Taddea, Sant'Orsola e, infine, Guelfa dove è possibile ammirare la gru Potain Igo 50 di Manitowoc.
"Si tratta di un cantiere complicato, ma al tempo stesso stimolante - ci spiega il geometra Maietta - non si può non guardare queste pareti cementate e non chiedersi cosa ci sia nascosto sotto, siano essi affreschi o altre opere di grande valore. È un luogo che merita di essere riportato alla luce ed è anche per questo che la mia azienda ha preso parte al bando ed è sempre per questo che noi stiamo lavorando incessantemente dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 18 per restare nei tempi previsti dalla committenza. Abbiamo ultimato circa 3000 m2 ma manca ancora tutta la corte Guelfa dove, per poter lavorare sulle coperture, è prima necessario mettere in sicurezza i solai sottostanti. Tutte le travi vanno tolte e sostituite perché gli attacchi sono marciti e le travi completamente logorate. Per fare questo tipo di intervento dovremo smontarle dall'alto con l'aiuto di una piattaforma e poi costruiremo quattro platee, una per ogni livello, per ripristinare tutti i solai. Al momento, grazie alla Potain Igo 50, c'è stata un'accelerata considerevole nei lavori e infatti contiamo di utilizzarla fino alla fine del nostro intervento previsto per aprile 2020".
La scelta della Igo 50 è stata suggerita da Tognaccini Noleggi, concessionaria toscana Manitowoc Potain dal 2011, che ha saputo offrire utili consigli alla ditta appaltante. Ciò che serviva a Costruzioni Vitale era infatti una gru che non occupasse troppo spazio vista la difficoltà di accesso al cantiere e con un braccio di una lunghezza di almeno 40 metri. Dopo aver valutato due differenti modelli, la scelta è ricaduta sulla Igo 50 che ha un assetto di trasporto compatto e adattabile alle varie esigenze, con la zavorra di base inclusa nella sagoma di trasporto e una ripartizione ottimale del peso al rimorchio o semi-rimorchio che la traina. Il carro di base della gru è di 4,50 m per 4,50 m con un raggio di rotazione circoscritto entro l'ingombro d'appoggio degli stabilizzatori. Il meccanismo di rotazione di cui è dotata la Igo 50 è il nuovo RVF+ che consente di migliorare la frenata tramite l'inversione di comando (cosiddetta contro-rotazione). La portata massima è di 4 tonnellate fino a 15,7 metri di distanza dalla torre e 1.1 tonnellate in punta. La lunghezza massima del braccio è di 40 metri e può essere configurato sia a 8° sia a 20°. Tutte le impostazioni iniziali, comprese quelle del carrello, vengono stabilite tramite degli inverter posizionati all'interno della centralina della macchina che è di facile accesso ed è sempre dalla centralina che è possibile regolare la velocità di sollevamento che può andare da 1,8 m/min. con tiro in IV a 66 m/min. con tiro in II.


Riqualificare per rinascere

"Una volta che tutte le coperture saranno ultimate, le capriate e gli architravi rimontati, i telai sostituiti - ci spiega ancora il geometra Maietta - partirà un secondo bando per il quale la Città Metropolitana di Firenze ha stanziato 2,8 milioni di euro e che prevede il rifacimento delle facciate. Si tratterà di intonacare le pareti, restaurare le grate in ferro laddove presenti o montarne delle nuove laddove mancanti, ricostruire tutti i cornicioni e lo zoccolo di basalto sul piano strada e, infine, realizzare nuovi portoni per un totale di 2600 m2 di lavoro".
Il recupero di un edificio storico di 17.560 metri quadrati di superficie,
incastonato tra via Sant'Orsola, via Guelfa, via Panicale, via Taddea e al centro di un quartiere vivo come quello di San Lorenzo, costituisce senza dubbio un intervento urbano di rilevanza strategica che consentirà una riqualificazione anche di tutta l'area antistante.
L'idea di fondo è quella di far diventare Sant'Orsola un luogo fruibile a tutti, destinato a attività sociali e culturali, tra cui un museo dedicato interamente a Monna Lisa. Secondo diversi studi e stando agli archivi parrocchiali della vicina basilica di San Lorenzo è proprio nell'ex convento Sant'Orsola che Lisa Gherardini, detta "Monnalisa", moglie di Francesco del Giocondo, ossia la "Gioconda" musa di Leonardo da Vinci, sarebbe stata sepolta. L'area degli scavi archeologici potrebbe dunque essere pavimentata con lastre di vetro e percorsa da un suggestivo sistema di illuminazione.
"Siamo lieti di prendere parte a questo importante progetto in un quartiere così prestigioso di Firenze - ha concluso il geometra Maietta - certamente l'impegno richiesto è notevole, ma, grazie anche e soprattutto all'impiego della gru Potain Igo 50, le fasi del lavoro sono diventate più rapide ed efficienti. Riuscire a soddisfare le rigorose disposizioni stabilite dalla soprintendenza e poter dare una nuova luce a un luogo così ricco di storia è per noi una grande soddisfazione".