Tra Cofiloc e Tamassociati la condivisione di un’architettura sociale, responsabile e sostenibile

L'azienda di Treviso sponsor tecnico del padiglione Italia alla Biennale Architettura 2016

Sabato 28 maggio ha aperto al pubblico la 15. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia La rassegna dal titolo "Reporting from the Front", sarà visitabile ai Giardini e all'Arsenale di Venezia sino al 27 novembre. Tra i 65 paesi partecipanti c'è naturalmente l'Italia, il cui padiglione - sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo - è stato curato da TAMassociati di Venezia. Studio di architettura con il quale Cofiloc ha da anni un consolidato rapporto: suoi, infatti, i progetti delle filiali di Modena e Codroipo, degli uffici di Zané e Silea e della Cofiloc School di Breda di Piave (TV). Un intervento, quest'ultimo, nel quale ogni singola scelta è stata fatta pensando alla qualità dell'ambiente, della vita e del lavoro.
Il legame tra le due realtà si è ulteriormente arricchito in questi mesi con la richiesta all'azienda trevigiana di collaborare all'allestimento del Padiglione Italia, mettendo in campo professionalità e macchine. Un'idea accolta con entusiasmo - non solo per l'importanza e il prestigio del progetto - ma perché alla base del rapporto tra TAMassociati e Cofiloc vi è una visione condivisa dell'architettura. Ovvero, il dover essere sociale, responsabile e sostenibile. E coincidenza vuole che proprio il tema del Padiglione Italia, "Taking Care - Progettare per il bene comune", sia totalmente incentrato sulla promozione di un'architettura pensata per la collettività.
Dopo un attento sopralluogo degli spazi nei quali avrebbero dovuto operare e delle attività da svolgere, le macchine individuate dai consulenti Cofiloc come le più idonee, hanno viaggiato da Marghera all'Arsenale di Venezia. Un suggestivo percorso sul Canale della Giudecca, sfilando davanti il Mulino Stucky, la chiesa del Redentore, Punta della Dogana, San Giorgio Maggiore, San Marco e Sant'Elena. Il" team" era formato da tre sollevatori telescopici (Dieci Apollo 25.6, Merlo P25.6 e P38.13) e una piattaforma articolata elettrica Haulotte HA15IP; con loro, una serie di accessori rivelatisi indispensabili nelle varie operazioni: forche, falcone con verricello e gancio su zattera falcone.
Le caratteristiche "sensibili" dell'area di lavoro - dal punto di vista storico, artistico e architettonico - hanno richiesto l'uso di macchine non inquinanti, in grado di accedere e muoversi in spazi ristretti; precise e sicure nei movimenti come nel sollevamento dei materiali. E' grazie ad esse, infatti, che è stato possibile allestire le "gallerie" espositive realizzate da TAMassociati per presentare i 20 progetti di altrettanti studi italiani ed esteri sul tema dell'architettura sociale. Sicuramente emozionante il contesto, che ha visto le luci delle macchine Cofiloc illuminare - con grande rispetto - le secolari strutture dell'Arsenale. L'incontro tra la tecnica e la tecnologia del passato con quella moderna.
Le macchine della Cofiloc ritorneranno alle Tese delle Vergini in Arsenale alla chiusura della Biennale di Venezia Questa volta con un compito diverso, ma altrettanto importante e delicato: lo smontaggio della mostra al Padiglione Italia.