Il mondo degli aggregati in Spagna

Abbiamo fatto qualche domanda a Cesar Luaces, Direttore Generale della federazione spagnola degli aggregati, FdA, Federacion de Aridos, l'omologa spagnola di Anepla, facente parte anch'essa di UEPG

Aquanto ammonta la domanda di aggregati in Spagna?
Secondo le stime della Federazione spagnola degli aggregati, FdA (Federacion de Aridos), l'anno 2018 si è chiuso con una crescita del 6,6%, per un consumo totale di aggregati naturali per la costruzione pari a 121 milioni di tonnellate.
Tuttavia, c'è stato un rallentamento nell'anno rispetto alle prospettive iniziali e si sono inoltre riscontrate importanti variazioni a livello territoriali ed anzi alcune regioni autonome hanno subito una nuova riduzione della domanda.
A questo importo, dobbiamo aggiungere 1,7 milioni di tonnellate di aggregati riciclati e 0,7 milioni di tonnellate di aggregati artificiali. Il consumo totale di aggregati per l'edilizia ha raggiunto 123,3 milioni di tonnellate. (vedi tabella)
È importante evidenziare come anche nel settore degli aggregati poco alla volta trovino applicazione i principi dell' economia circolare. Va infatti considerato che, oltre agli aggregati riciclati e artificiali, già menzionati, all'interno delle cifre degli aggregati naturali, vi sono 5,2 milioni di tonnellate di aggregati provenienti da altre industrie estrattive che li producono come sottoprodotti dei principali processi di estrazione e trattamento. (ad esempi industria Mineraria e della Pietra ornamentale). Questo significa che dei 123,3 milioni di tonnellate di aggregati per costruzioni prodotte nel 2018, 5,8 milioni di tonnellate provengono da fonti alternative rispetto a quelle di cava, elevando così al 4,7% la percentuale effettiva dei materiali alternativi .
Sebbene il 2019 sia stato più deludente di quanto inizialmente previsto, il cambiamento di tendenza è confermato, ... ma l'industria è ancora lontana da volumi di consumo accettabili ed è troppo presto per parlare di una vera ripresa.
Questa tendenza è molto simile a quella registrata in altri settori correlati, come il cemento o il calcestruzzo preconfezionato, e dopo avere fatto registrare prima della crisi (2006) un massimo di 486 Mt/anno, il consumo di aggregati per l'edilizia resta a -75,1% rispetto a quello registrato quell'anno.
La distribuzione del consumo di aggregati naturali per l'edilizia in base agli usi finali principali è la seguente (vedi tabella sottostante).
Nel 2018 in Spagna è stata modificata la modalità di calcolo del consumo di aggregati per altre applicazioni industriali. Secondo questa nuova procedura, le cave di aggregati naturali hanno anche prodotto 45,4 milioni di tonnellate di aggregati industriali per la produzione di leganti, per prodotti ceramici, per altri usi industriali per l'industria alimentare e per l'esportazione.
Il 78% del consumo di aggregati industriali è destinato alla produzione di cementi e calce, che ammontano a 35,2 milioni di tonnellate. A seguire, per importanza, l'industria del vetro (1,7 Mt; 3,8%), l'industria chimica di base (1,7 Mt; 3,7%), l'agricoltura e il giardinaggio (1,3 Mt; 3,0%), l'esportazione (1,3 Mt; 2,9%) e la metallurgia di base (1,2 Mt; 2,6%).
Pertanto, nel 2018, si può dire che siano stati consumati per tutti gli usi (costruzioni + usi industriali) 166,3 milioni di tonnellate e conteggiando anche gli aggregati riciclati e artificiali, si raggiunge il valore di 168,7 milioni di tonnellate di aggregati totali.
Per quanto riguarda la classificazione per origine possiamo dire che gli aggregati provengono principalmente da cava di roccia massiva (72,3%), il 23,2% proviene da giacimenti di sabbia e ghiaia alluvionale, 3,1% ha origine come sottoprodotto in altre operazioni di estrazione, l'1,0% è prodotto in impianti CDW e lo 0,4% è artificiale, ovvero proveniente da altri cicli produttivi industriali (es. le scorie di fonderia).
Il fatturato del settore degli aggregati per le costruzioni, escluso il trasporto, è stimato in circa 826,7 milioni di euro. I dati ufficiali delle statistiche minerarie della Spagna indicano in 4,86 €/ton il valore medio nazionale: leggermente più alto però nelle cave di roccia massiva (che producono cioè aggregati naturali per frantumazione), pari a € 4,98/ton superiore del 24,8% a quello delle cave di sabbia e ghiaia alluvionale, che è invece pari a € 3,99/ton.
Dal 2006, quando il consumo di aggregati per abitante in Spagna è stato uno dei più importanti in Europa, con circa 12 tonnellate/abitante/anno, questa cifra ha subito una notevole riduzione. Nonostante il modesto incremento del 2018 infatti siamo ancora al di sotto del 50% della media europea (5,4 tonnellate/abitante/anno). Questi valori rimangono più tipici dei paesi del terzo mondo sottosviluppati che di un'economia occidentale integrata nell'UE come quella spagnola. Dei 39 paesi europei per i quali la UEPG produce statistiche, la Spagna occupa, ancora una volta, l'ultima posizione.
L'occupazione diretta ammonta a 8.347 lavoratori, a cui vanno aggiunti altri 13.725 lavoratori indiretti, per un totale di 22.072 lavoratori, secondo i dati delle statistiche minerarie della Spagna (2017) e di FdA. L'aumento totale dell'occupazione è stimato a + 2,3%, ed il numero stimato di siti estrattivi attivi è stimato in 1.754.

È possibile che il volume della domanda di aggregati spagnoli cambi molto nei prossimi anni? Se è così, perché e di quanto? Quali sono i principali fattori che determinano la domanda attuale?
Dato che l'attuale consumo di aggregati per abitante è inferiore alla metà della media UE, il potenziale di crescita futuro è compreso tra + 60% e + 80% secondo una situazione prudenziale, ma noi prevediamo che questo avverrà lentamente a causa della combinazione di diversi fattori.
Prima di tutto, il Paese si sta ancora riprendendo dopo la crisi e il debito è pari a circa il 100% del PIL: i vincoli di bilancio combinati con le politiche del governo nazionale che focalizzano più le questioni sociali rispetto agli investimenti nelle infrastrutture pubbliche hanno penalizzato molto le opere pubbliche ed anche la manutenzione delle infrastrutture esistenti è a rischio. Gli investimenti pubblici in Spagna per opere civili sono il -63% in meno della media degli investimenti di Germania, Regno Unito, Francia e Italia.
Ma questa situazione non è più sostenibile e quindi alcuni piani infrastrutturali devono essere sviluppati nel prossimo futuro.
Ecco le principali conclusioni di alcuni recenti studi sulla situazione della rete di infrastrutture spagnola:
La rete stradale ad alta capacità, la rete ferroviaria ad alta velocità e il trasporto pubblico hanno una buona capacità, ma una scarsa manutenzione compromette la loro durata e la loro sicurezza per gli utenti.
- I terminal degli aeroporti richiedono interventi consistenti di aggiornamento.
- È necessario migliorare l'infrastruttura per la distribuzione dell'acqua e anche per la depurazione delle acque reflue.
- Nei porti, le aree logistiche a terra devono essere migliorate.
- È necessario attuare aree di servizio nella rete stradale ad alta capacità. Le strade convenzionali richiedono un miglioramento della loro capacità.
- È necessario completare la rete ferroviaria ad alta velocità. Mancano ancora le sinergie tra la rete ad alta velocità e la rete convenzionale.
- È necessario migliorare l'interconnessione tra diverse modalità di trasporto.
- I lavori pubblici richiedono finanziamenti significativi per recuperare gli effetti della mancanza di investimenti negli ultimi anni.
- Sono necessari grandi investimenti per prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici nella protezione delle coste nonché per le alluvioni fluviali e per la scarsità d'acqua.
- È essenziale raggiungere un grande accordo politico per stabilizzare gli investimenti in opere pubbliche. Alcuni esperti ritengono opportuno applicare una tassa per l'uso di strade ad alta capacità.
Dal lato della costruzione di edifici che, negli ultimi anni, è essenziale per compensare parzialmente l'assenza di investimenti in opere pubbliche, ci sono molte incertezze dovute alla mancanza di chiarezza delle politiche economiche del nuovo governo, che può ritardare le decisioni di investimento privato e influenzano negativamente la domanda di aggregati.
Come risultato della combinazione di questi fattori, nei prossimi anni è previsto un aumento molto lento della domanda per ridurre il divario con la media europea.
Più precisamente, per il 2019 è prevista una crescita finale del consumo di aggregati intorno al +6%. Per il 2020, questo rallenterà dal 3% al 4%.
L'evoluzione del consumo sarà comunque molto diversa da una regione all'altra.

Qual è l imprenditore "tipo" del settore? Ci sono molte Piccole Medie imprese?
L'industria degli aggregati spagnoli è caratterizzata da un piccolo numero di grandi attori internazionali, con una capacità di produzione pari a circa il 20% del mercato totale, un 35% di aziende familiari di medie dimensioni che rappresentano il 60% della produzione ed una vasta gamma (> 65%) di piccole microimprese, che rappresentano circa il 20% della produzione totale.
Dal punto di vista della distribuzione geografica le grandi imprese e le medie imprese a conduzione familiare ma già ben strutturate sono ben presenti nei mercati urbani, mentre le piccole microimprese coprono le aree rurali basse con una bassa densità di popolazione.
Secondo un recente studio, la dimensione media delle società di aggregati spagnoli è, in termini di produzione per sito, inferiore del 21% rispetto alla media dei quattro grandi (Germania, Francia, Regno Unito e Italia) e questo fattore rappresenta un elemento di criticità per la sostenibilità di questo settore.

Quali grandi progetti infrastrutturali stanno fornendo i produttori di aggregati spagnoli? Quali volumi di aggregati sono richiesti da questi progetti?
Come è stato detto prima, oggi sono in corso pochi grandi progetti infrastrutturali. Alcuni collegamenti ferroviari ad alta velocità, l'ampliamento di alcuni porti, il miglioramento di quello che chiamiamo corridoio del Mediterraneo sono i più rilevanti. Si tratta però di lavori che, a causa di scarsi investimenti, sono dilazionati nel tempo rispetto alle scadenze di progetto originarie e il consumo reale di aggregati per anno è quindi molto più basso del previsto.

Che ruolo gioca il fattore ambientale (contenimento delle emissioni di rumore e polvere, gestione dei residui, tutela della biodiversità e economia circolare) nella moderna industria degli aggregati in Spagna?
Oggi le imprese per restare sul mercato si confrontano con l'esigenza da un lato di aumentare la produttività e l'efficienza, per far fronte ad un mercato "debole", mentre dall' altro le prescrizioni di legge per il settore continuano ad aumentare.
Sempre più si consolida la necessità della fase di espansione della domanda degli aggregati, in modo che le aziende possano fare gli investimenti di cui questo settore ha bisogno per affrontare le sfide attuali, come ad esempio: una burocrazia sempre più complessa che ostacola notevolmente l'accesso alle risorse, la crescente dinamica populista contro l'approvazione delle autorizzazioni alla coltivazione di cava, la revisione delle normative sul ripristino ambientale e sui rifiuti che sono state intraprese da alcune Amministrazioni, il recepimento della legislazione europea sulla silice cristallina respirabile, la piena integrazione del settore nell'economia circolare, la necessità di migliorare la qualità dell'aria, la revisione della rete Natura 2000 e la conseguente tutela della biodiversità, l'adattamento alle politiche sul cambiamento climatico.
Naturalmente la forte attenzione alle tematiche ambientali non deve farci dimenticare il tema dell'accesso sostenibile alle risorse minerarie locali, la lotta permanente contro la concorrenza sleale, il miglioramento continuo della qualità di prodotti e servizi, l'eccellenza in termini di sicurezza e salute dei lavoratori, gli investimenti nella formazione dei lavoratori, la necessità di incrementare la professionalità delle imprese del settore, nonché il miglioramento della comunicazione a favore dell' opinione pubblica per spiegare come l'estrazione di aggregati sia utile ed essenziale per la società.
Sebbene tutti questi aspetti siano già presi in considerazione nel Piano strategico 2012-2025 del settore degli aggregati elaborato da FdA, che è il riferimento costante nel lavoro della associazione e di tutto il settore, questa strategia è in fase di revisione per adattarla alle recenti politiche di lotta cambiamenti climatici, accordo verde dell'UE, obiettivi di sviluppo sostenibile dell'UNEP e, naturalmente, industria 4.0.