Abitare l'acqua

Proposta di intervento per la valorizzazione e il riuso del Torrione Visconteo a Parma

Il Torrione Visconteo, oggetto di studio, è una torre medioevale che ha subito nel corso dei secoli frequenti cambi di funzione fino ad arrivare a perdere la sua identità e svuotarsi del suo significato.
L'edificio sorge in un luogo di grande rilevanza, posizionato al centro del più importante asse culturale della città che connette da un lato Pilotta, San Paolo e piazza Duomo, dall'altro parco Ducale e Ospedale Vecchio.

Ed è proprio dalle potenzialità dell'area che questa tesi vuole partire, innanzitutto prevedendo il recupero del Torrione che negli ultimi anni ha subito un repentino processo di abbandono e successivamente, ad una scala più ampia, creando un percorso sul fiume, al pari di quanto accade a Roma con il Tevere e a Parigi con la Senna, di cui il Torrione diventa l'elemento principale.

La proposta di intervento vuole rivelare una seconda immagine della città, in cui l'edificio non più individuabile come emergenza, rinasce come parte integrante di un nuovo paesaggio urbano mentre al suo interno, viene allestito uno spazio espositivo sulla base di un'idea di rifunzionalizzazione museale particolarmente attenta alle questioni dell'accessibilità.

Lo scopo è quello di tutelare e valorizzare il bene attraverso un sistema integrato di azioni ed attività riguardanti il territorio in cui l'edificio si inserisce, che consentiranno di renderlo più fruibile dal punto di vista qualitativo e quantitativo.
L'idea di inserire l'edificio all'interno di un nuovo e potenziato contesto territoriale e paesaggistico nasce e assume carattere concreto grazie alla prevista realizzazione di una cassa di espansione sul Baganza che metterà finalmente al sicuro dal rischio di gravi alluvioni garantendo la gestione del rischio idraulico.

L'analisi del territorio funzionale alle scelte progettuali
Il lavoro di tesi si avvia con una prima fase di analisi del verde e dei percorsi esistenti da cui emergono due problematiche principali:
Allo stato attuale,
• la fruizione dell'area è scarsa e di bassa qualità;
non esiste un percorso da percorrere in alveo con mezzi leggeri o a piedi, esiste soltanto una strada sterrata utilizzata per lo più durante la stagione primaverile-estiva;
• le discese in alveo esistenti risultano poche e mal realizzate, poco funzionali e sicure.
Analizzando le seguenti criticità ma anche le potenzialità dell'area, l'alveo fluviale appare oggi un elemento della città "dimenticato", quasi completamente avulso e disconnesso dal contesto urbano.
Le cause possono essere molteplici, da una difficile accessibilità alla poca sicurezza che si percepisce, dalla mancanza di interventi di miglioramento, alla mancanza di politiche di salvaguardia.

Il greto diviene parco: la bonifica e l'accesso all'area
L'idea di progetto vuole partire dalla risoluzione delle problematiche riscontrate attraverso degli interventi mirati, come la realizzazione di un percorso ciclopedonale lungo il lato ovest del torrente Parma, dal Ponte Verdi fino al Ponte Caprazucca, dando un significativo contributo al completamento delle piste ciclabili cittadine e creando anche un collegamento veloce e sicuro con la città e con il Torrione Visconteo, oggetto di studio. Inoltre è orientato ad aumentare e migliorare la qualità della fruizione dell'alveo, attraverso la realizzazione di nuove discese e una passerella di attraversamento del torrente Parma e attraverso la fornitura di nuove attività connesse e servizi complementari a quelli esistenti.
Attraverso la realizzazione di un parco fluviale vuole, in sostanza, potenziare il legame tra l'edificio e il greto del Torrente Parma, valorizzandolo e rendendolo un vero e proprio spazio urbano.
Da questa prima fase di analisi che comprende un'indagine storico-critica dell'edificio e della città che l'ha visto protagonista della vita cittadina, ho deciso di circoscrivere l'intervento progettuale all'interno di un'area compresa tra il ponte Verdi e il ponte Caprazucca, in coerenza con il fatto che storicamente questi tre ponti comunicavano e si scambiavano segnali per la protezione della città.
Il primo di una serie di interventi, prevede l'abbattimento e rimozione di specie invasive non contribuenti al valore naturalistico del territorio, l'incremento del numero di alberi di interesse naturalistico per la formazione di cenosi ripariali omogenee e la creazione di un percorso di visita sistemando i sentieri presenti, creandone di nuovi e delimitando il percorso per coordinare e sorvegliare l'utilizzo.
Il progetto nasce dalla necessità di tutelare e promuovere il valore naturalistico del torrente Parma, che risente della mancanza di azioni di tutela della biodiversità, mantenendo il corridoio ecologico di connessione con le aree naturali limitrofe e regolandone la fruizione.
L'area è infatti connotata da una forte naturalità e per essere resa fruibile richiede un intervento di manutenzione per la messa in sicurezza come il taglio dei rami secchi pericolanti, la rimozione di grossi tronchi intralcianti e la pulizia di alcuni sentieri.
L'intervento è teso a tutelare la vegetazione esistente che rappresenta un eccezionale valore in termini di biodiversità poiché funge da elemento di richiamo per numerose specie di animali che possono essere osservati anche dando uno sguardo da uno dei ponti della città, o dal lungoparma.
L'intento, oltre a rendere fruibili degli spazi finora difficilmente raggiungibili, è anche quello di migliorare il collegamento ciclopedonale sulla riva sinistra del Torrente che giunge al Torrione.
L'intervento successivo, infatti, riguarderà l'ampliamento e la costruzione di un percorso ciclopedonale in alveo costituito da un piano calpestabile in materiale stabilizzato onde evitare artificializzazioni eccessive e per garantire una percorribilità ottimale anche in condizioni ambientali sfavorevoli come in caso di pioggia. L'intervento consiste in una prima ripulitura del percorso dalla vegetazione spontanea, in un leggero sbancamento nell'ordine di 20 cm di spessore per una larghezza di 3 m, nella stesura di un telo pacciamante che impedisca la crescita di erbacee infestanti, nel posizionamento di pali in legno di castagno ai margini per il contenimento del materiale e per delimitare la carreggiata, nella messa in opera di 15 cm di ghiaione, e ulteriori 5 cm di ghiaietto stabilizzato. Ai margini della corsia così realizzata, si procederà poi alla sistemazione del suolo scavato ed alla semina di erbacee.
La pista ciclopedonale così costituita permetterà il mantenimento di un piano privo di vegetazione spontanea e percorribile in qualsiasi momento della stagione, adatto al passaggio dei pedoni e dei ciclisti.
Il progetto prevede la creazione di un percorso da compiere a piedi o in bicicletta, che possa connettere varie zone della città in modo rapido e senza il bisogno di accedere alla sede stradale. In questo modo, si vuole intensificare il passaggio, proponendo un percorso che ricuce il percorso ciclabile esistente e permette di percorrere il fiume in sicurezza, offrendo la possibilità di fare un percorso naturalistico che ad oggi non è possibile.
La proposta prevede inoltre, l'inserimento di due nuovi accessi al greto in corrispondenza dei due ponti che affiancano il Ponte Verdi (il Ponte di Mezzo e il Ponte Caprazucca), in coerenza con il fatto che storicamente questi tre ponti erano dotati di due torri alle estremità. Si tratta di due ascensori avvolti in un reticolo ceramico costituito da mattoni forati sulle facce laterali superiori e da mattoni pieni su quelle laterali inferiori. Il reticolo chiude tre dei quattro lati della struttura. La facciata interna viene lasciata aperta consentendo una relazione visiva con il muro in mattoni già esistente.
La parte superiore si compone di tre elementi: acciaio, mattoni di pietra locale e vetro mentre la base ha una struttura nascosta in cemento armato per proteggere la struttura da eventuali depositi d'acqua.
La scelta di questo materiale nella parte superiore risponde, da un lato, al suo ruolo come filtro solare e allo stesso tempo offre porosità, ingresso leggero e ventilazione alla cassa dell'ascensore. D'altra parte, smaterializza la struttura lasciandosi attraversare dalla luce e conferendo alla struttura un'apparente leggerezza che contrasta con l'opacità che si percepisce guardando la torre da lontano. Per favorire il rapporto tra l'ascensore e le attività che si svolgono nella piazza, la parte di ascensore verso la piazza è realizzata in vetro.
Gli ascensori miglioreranno l'accessibilità al centro storico potenziando l'uso del greto ma saranno anche un fattore scatenante per recuperare l'uso di questo antico passaggio fluviale che offre una nuova continuità urbana di ricucitura tra i due quartieri della città. L'intenzione è quella di dialogare con tutte le preesistenze, migliorando la relazione con il Torrione, il centro storico e riconoscendo lo strato verde come cerniera tra le due parti ma allo stesso tempo riconoscendolo come spazio pubblico aperto a tutti.

Un percorso esplorativo ed espositivo: il progetto museografico
Allo stato attuale il Torrione è censito al Catasto Fabbricati del Comune di Parma con destinazione catastale B/4, quindi "Uffici pubblici". Il vigente R.U.E. comunale classifica l'immobile come "Edifici con priorità d'uso residenziale", che prevede l'altro uso consentito "Uo (Usi per attività culturali e spettacolo)".
Tuttavia l'edificio non è utilizzato con continuità dal 2004 (anno in cui è stato trasferito il centro antiviolenza qui ubicato) per due problematiche riscontrate:
• le vie di fuga in caso di emergenza;
• il superamento delle barriere architettoniche.
La normativa di riferimento (D.M. 20 maggio 1992, n. 569; D.P.R. 24 luglio 1996, n. 503) fornisce degli spunti utili per la fase progettuale e permette di risolvere il problema delle vie di fuga procedendo a una riduzione dell'affollamento attraverso visite guidate che saranno gestite con cadenze periodiche e organizzate mediante prenotazione. Inoltre, per garantire una maggiore sicurezza, verranno collocati su ogni piano mezzi antincendio (estintori).
Per garantire il superamento delle barriere architettoniche invece, come avviene in analoghi fabbricati sottoposti a vincoli, si concede una deroga alla normativa vigente che in questo caso, permette di prevedere sia all'esterno sia all'interno dell'edificio, un sistema di strutture provvisorie rimovibili in acciaio corten per non compromettere e pregiudicare in modo grave l'edificio.
Per garantire la libera circolazione a tutti e l'accesso all'edificio sono state predisposte rampe e pedane con adeguata pendenza in corrispondenza di ogni dislivello e là dove lo si ritenesse necessario sono stati previsti percorsi e corridoi con le corrette dimensioni, per permettere la manovra di sedie a rotelle.
Nello specifico, in prossimità dei due accessi all'edificio ho previsto rispettivamente, l'inserimento di una pedana e una rampa dotata di corrimano mentre in prossimità dell'ingresso est (all'interno dello spazio orientale del greto) una doppia rampa, sempre in acciaio corten, che si sosterrà grazie a delle travi e pilastri in acciaio a loro volta realizzate con delle grate metalliche per poter mantenere un certo grado di trasparenza permettendo la vista degli elementi sottostanti, cercando di mantenere quanto più possibile la percezione di questa spazialità.
Tutta questa serie di interventi è stata pensata utilizzando un linguaggio facilmente riconoscibile e univoco. L'acciaio corten è stato scelto a seguito di varie ipotesi cromatiche e poiché permette la facile rimozione degli elementi e quindi lascia spazio alla reversibilità. L'intervento andrà a sostituire completamente la scala in acciaio esistente in quanto gli elementi sono fortemente ammalorati e non recuperabili.
All'interno dell'edificio è stato predisposto un ascensore, dimensionato correttamente, così come un servizio igienico adeguato per i disabili.
Oltre alla mobilità, è stata dedicata grande attenzione anche ad altri sensi che favoriscono il movimento e l'orientamento come la segnaletica acustica e visuale.
All'interno, in seguito a una riflessione storico-critica sulla torre stessa e sui volumi che la circondano, l'inserimento dell'ascensore in vetro è stato previsto sul lato occidentale della torre. A questa, si sono sommate scelte derivanti dallo studio del carico, della forma e della percezione che il volume comporta.
Si è reso necessario non alterare l'immagine della torre, perlomeno la visione a distanza, ma allo stesso tempo evitare un intervento mimetico, per questo si è scelto un materiale contemporaneo come l'acciaio e il vetro che si ponesse con un linguaggio molto sobrio e leggero per permettere la vista dell'interno della torre attraverso i profili che compongono il volume.
Il museo occuperà una superficie complessiva di 218 mq e si svilupperà su tre piani fuori terra e un nuovo spazio sotterraneo ottenuto scavando e riadattando un terrapieno verso il torrente, costruito nel 1910 in previsione di un tratto di Lungoparma poi non realizzato.
L'abbassamento di quota permetterà, infatti, di dotare l'edificio di un servizio, di garantirne l'accessibilità e di rendere fruibili i due locali laterali posti rispettivamente a nord e a sud del corpo centrale, per ora di ignota originaria utilizzazione, uno dei quali, quello a nord, non censito su alcuna cartografia attualmente disponibile.
Il piano pavimentale originario a ciottoli di fiume verrà consolidato e pulito dalle polveri e dal materiale incoerente, allo scopo di restituire un pavimento che, seppure con superficie non perfettamente complanare, sia utilizzabile in sicurezza.
Entrando nel nuovo volume, il visitatore troverà una libreria e dall'altra parte un bar bistrot con accesso al parco fluviale.
Un piccolo corridoio che accompagna il visitatore verso uno spiazzo che si affaccia sul fiume, quest'ultimo unito al parco costituisce una sorta di belvedere che servito dallo spazio di ristoro si configura come elemento attrattivo, dal funzionamento parallelo a quello museale, nonché miglioramento di esso.
Si prosegue all'interno della torre in tre spazi voltati a botte dove si incontra nella sala centrale tutta la serie di reperti che si sono rinvenuti durante gli scavi: tra i materiali recuperati figurano alcuni pezzi architettonici di un certo pregio, verosimilmente facenti parte della decorazione dell'immobile (si tratta per lo più di frammenti di maioliche farnesiane).
Opposto alle teche si inserisce sulla parete occidentale semicircolare, uno schermo che racconta gli scavi, i ritrovamenti, le tipologie e il periodo storico che ha preceduto la torre.
A nord un piccolo bookshop dove acquistare libri e materiale sulla mostra o chiedere informazioni e a sud una sala relax e un ascensore che permette l'arrivo al piano terra e al piano primo. Si è optato inoltre per la riapertura del portale in facciata Est, direttamente dalla piazza, per amplificare l'appartenenza della sala alla città.
Al piano terra, per risolvere il dislivello tra le due quote pavimentali messe in evidenza dallo scavo, si inserirebbero due passatoie realizzate in acciaio corten e in corrispondenza dei due accessi, due pedane per favorire l'arrivo al livello espositivo anche agli anziani, i disabili e i bambini.
Sulle rispettive passatoie è inserito un Totem di segnalazione riportante la descrizione del monumento e il programma della mostra visibile ai piani superiori, mentre sulla parete della sala e parte della volta a crociera, una proiezione che sintetizza gli eventi storici principali.
La scelta chiave che ha guidato l'intero processo è stata quella di utilizzare sistemi quanto più interattivi possibili per evitare la staticità tipica dei musei, rendendola così più interessante.
Le pareti delle sale molto spesso non hanno materia, sono attori muti; la loro unica funzione è quella di "prestarsi" quali superfici utili alle videoproiezioni multimediali.
Si prosegue al piano primo all'interno del quale sarà visibile un ologramma che riproduce il Torrione Visconteo e le sue varie fasi storiche e ulteriori pannelli che permetteranno di avere degli approfondimenti in merito a segni specifici che ritroviamo all'interno quali buche pontaie, feritoie, etc..
Salendo al secondo piano si è inserito un pannello che racconta il rapporto simbiotico dell'architettura con l'acqua mentre nell'ultimo piano- belvedere si è voluta mostrare l'evoluzione della città, dei sistemi difensivi e come questi cambiamenti abbiano comportato modifiche alla conformazione della fortezza. Voglio precisare che i pannelli illustrativi, posti ai vari piani dell'edificio, verranno realizzati in materiale autoportante senza creare danni alla struttura.
La volontà è quella di far rivivere lo spazio del Torrione Farnesiano, mantenendo tutelato e correttamente conservato l'edificio, nella convinzione che l'utilizzo dello stesso possa portare nel tempo a salvaguardarlo fornendo maggiore sicurezza alla zona.
La destinazione d'uso proposta risulta conforme al Codice dei Beni Culturali, non arreca pregiudizio alla conservazione e fruizione pubblica dell'edificio ed è compatibile con il suo carattere storico-artistico, oltre a rispettare le esigenze conservative del bene.