L’oro bianco di Carrara in ottica Circular Economy


Visita alle cave di Carrara e agli impianti di valorizzazione degli scarti dell'industria lapidea della Carrara Marble Way

Si è tenuta lo scorso 20 settembre nel magnifico scenario delle Alpi Apuane a Carrara la giornata di studio e approfondimento promossa da Anepla che ha previsto la visita alla cava 68 Bettogli nel bacino di Torano e all'azienda Carrara Marble Way, socio Anepla impegnato nel recupero di scarti di marmo in ottica di Circular Economy.
Imprescindibile il supporto della sezione Anepla Beni e Servizi e in particolare di CGT, Mai Italia, Ma-estro, SNF Italia, Arca Group e VEI Italia. Abbiamo potuto assistere, infatti, allo spettacolare abbattimento di una bancata di marmo, quasi 500 ton di peso per una decina di metri di altezza, operato da due escavatori Cat 390F previa meticolosa profilazione e taglio tramite filo diamantato della porzione da estrarre e poi abbiamo visitato l'impianto di recupero degli scarti di lavorazione della società Carrara Marble Way, società nata nel 2017 e costituita da 39 soci titolari del diritto di escavazione per un totale di 50 cave, quasi 2 milioni di Euro di capitale sociale, avente come finalità proprio il riutilizzo dei derivati dall'attività estrattiva del marmo. Dall'abbattimento della bancata, solo il 30-35% del materiale riesce ad essere opportunamente tagliato in blocchi, il taglio di marmo più pregiato, mentre gli scarti della produzione vengono ridotti in polvere e, grazie alle diverse proprietà del carbonato di calcio di cui il marmo apuano è composto, vengono destinati a diversi ambiti: il carbonato di calcio, infatti, viene utilizzato come materiale abrasivo, nei dentifrici, come base di cosmetici e prodotti farmaceutici, come base per coloranti e vernici, per la produzione di carta, colla, plastiche e materiali isolanti, nell'industria alimentare e come elemento per abbattere le emissioni delle centrali elettriche a carbone. Non solo. Prima che vengano ridotti in polvere gli scarti sottoforma di scaglie bianche, scure, bardiglio e terre (ossia il materiale più fine/sottogriglia) possono trovare altra destinazione.

Il quantitativo di materiale movimentato dalle cave e destinato, tramite la via dei Marmi (quindi attraverso una viabilità dedicata) a raggiungere la Carrara Marble Way, ubicata a pochi km sia dall'imbocco autostradale che dal porto di Carrara, come ci ha spiegato Giuseppe Baccioli, presidente e AD di Carrara Marble Way: "ha superato nell'ultimo anno i 2 milioni di tonnellate, dai quali produciamo prodotti lavati: sabbia 0,063-2 mm; sabbia 0,063-4 mm, risetta 4-7 mm; ghiaia 7-15 mm; ghiaia 15-25 mm; ghiaione 20-60 mm; scaglie 60-150 mm; ma anche stabilizzato 0-40 mm e pietrisco 40-70 mm. I nostri prodotti - prosegue - vengono assorbiti per il 44% dall'edilizia, per il 30% dai produttori di granulati e per il restante 26% dai produttori di polveri. Su un'area di 100.000 mq sorge l'impianto sviluppato e fornito da Matec che, con una capacità produttiva di 150 t/h, prevede 3 gradi di vagliatura, 2 prodotti che escono dai cicloni e per finire una filtropressa perfetta per produrre panetti secchi con un'umidità residua del 15% e recuperare il 99% di acqua, poiché essendo un impianto a circuito chiuso, tutte le acque vengono riutilizzate, così da rispondere ai dettami della Circular Economy. Ma la società stessa nasce per rispondere ai principi dell'Economia Circolare - evidenzia Baccioli - tanto che tutti i nostri prodotti sono certificati Internazionale Marmi e Macchine Carrara Spa. Non solo, la stessa circolarità dei prodotti è misurata e certificata da Ambiente Spa, mentre con il centro Nano Tecnologie della scuola Normale di Pisa andiamo a studiare la funzionalizzazione delle polveri di marmo e le sue potenziali nuove applicazioni, come nel caso dei fertilizzanti che se aggregati con le polveri di marmo non vengono dilavati dalle piogge ma riescono ad essere rilasciati con gradualità nel terreno. Infine - conclude - con l'Università di Siena e il suo Centro di Geotecnologie stiamo valutando la possibilità di utilizzare il nostro materiale per il ripascimento coste: una vera e propria scommessa su cui puntiamo molto e con molto impegno, in quanto il nostro non solo è un materiale idoneo ma è pure bianco... e di cosa sono costituite le famosissime spiagge dei Caraibi se non di carbonato di calcio?!".

Integrare il riciclo e il riutilizzo dei materiali estratti si presenta sempre più come urgenza, tanto che, come ha avuto modo di sottolineare il Presidente di Anepla, Paolo Zambianchi: "oggi il discorso di economia circolare è imprescindibile da qualsiasi attività estrattiva. Sappiamo bene quanto sia complicato far coesistere cave, sviluppo sostenibile, territori e municipalità. Dobbiamo poter dimostrare di essere in grado di riciclare più materia prima possibile - prosegue Zambianchi - e l'impianto di Carrara Marble Way ne rappresenta la sintesi perfetta che si sposa anche con il lavoro di recupero dei ravaneti, a dimostrazione che ci sono risorse abbandonate asportabili e pienamente utilizzabili".
Occorre anche considerare l'importanza del comparto. Come ha evidenziato Eric Lucchetti, Presidente di Confindustria Massa Carrara: "nella nostra provincia operano 100 cave, il PIL del lapideo rappresenta il 24%, gli addetti fra diretti e indiretti sono 5.000, nell'indotto 8.000 con il 93% di manodopera locale, con oltre 1.300 aziende che lavorano nel settore lapideo sul nostro territorio per un totale di 900.000 ton/anno di materiale trattato. L'investimento in tecnologie e macchinari - continua - è veramente grosso, così come grossi sono i macchinari impiegati che anche solo 15 anni fa non c'erano. Lavoriamo una materia finita non rinnovabile, quindi è facile dire che siamo dei distruttori di montagne, in realtà i dati dimostrano che è l'esatto contrario: noi preleviamo molto meno con macchinari molto più grossi di quanto non si facesse 15 anni fa. Quando c'erano le lizze, addirittura il materiale che si poteva utilizzare era il solo 15%, mentre adesso lavoriamo con rese più importanti e quindi estraiamo volumi minori di materiale. In più - conclude - ci stiamo dirigendo verso quelli che sono gli utilizzi alternativi della risorsa marmo, come le sabbie citate dall'Ing. Baccioli, a dimostrazione di una sempre crescente attenzione verso una risorsa non rinnovabile".

CGT per le cave di Carrara
Partiamo da un presupposto: la pala gommata 988K BH di Cat è un must indiscusso delle cave di Carrara, al quale, dallo scorso anno, si aggiunge anche la Cat 986K BH. Durante l’evento Anepla i riflettori sono stati puntati però su un altro mezzo: la nuova 988K XE, la prima pala gommata Cat con trasmissione elettrica che permette di aumentare l’efficienza fino al 45% riducendo i consumi dal 5 fino al 25% a seconda delle applicazioni. Stefano Giardina, Responsabile grandi macchine per CGT, ha precisato che: “l’obbiettivo Cat è quello di dare macchine sempre più sicure ed efficienti. La trasmissione, elettrica e a variazione continua, aiuta tantissimo a migliorare l’efficienza: al posto del convertitore e della trasmissione viene inserito il generatore di corrente e un grosso motore elettrico. Questa è la nuova tecnologia che viene applicata alla macchina a seconda del tipo di lavoro che è chiamata ad eseguire, nell’ottica di assicurare sempre il minor costo per tonnellata prodotta. Molto facile da usare, essendo a variazione continua non esistono più le marce, è la stessa macchina che pensa al giusto rapporto da usare, così da rappresentare uno dei trend di Cat, ossia quello di fornire macchine sempre più facili da usare. Con la trasmissione elettrica abbiamo anche minori componenti meccanici e quindi questo vuol dire allungare i tempi per le manutenzioni e diminuire i costi operativi. Ultima non per importanza, la tecnologia, anch’essa volta a diminuire i costi e a migliorare l’efficienza. Tecnologia che sulle macchine Cat è insight, quindi le macchine sono già predisposte per avere sistemi di pesatura a bordo, sistemi di gestione dello pneumatico, come ad esempio la temperatura, ecc. Diminuire i costi e aumentare l’efficienza – specifica Giardina – è il futuro dell’estrazione, delle cave e dei cantieri, in cui avere macchine sempre più smart e sempre più intelligenti aiuta a lavorare meglio e con i giusti costi. Le macchine Cat hanno la possibilità di essere interconnesse in diversi modi con tecnologie native Cat: sistemi di pesatura, sistemi di trasferimento dati, sistemi 3D, ecc., sono quindi native per l’industria 4.0. Ma CGT è anche distributore delle macchine Sandvik per la frantumazione e la vagliatura mobile. In questo caso – conclude – grazie all’aiuto di Ma-estro siamo in grado di rendere le macchine, già dotate di alta tecnologia, fruibili per l’industria 4.0”.

Matec leader di depurazione e filtrazione acque reflue e fanghi. E non solo
Nella lavorazione del marmo, sia in cava sia nei laboratori o nelle segherie, l’acqua ha molteplici applicazioni. Dal taglio alla lucidatura, l’acqua è necessaria per evitare il surriscaldmento degli strumenti di lavoro e ridurre la polvere prodotta durante le varie procedure. In seguito, l’acqua deve essere trattata per poter essere riutilizzata in un ciclo di produzione chiuso o per essere scaricata in sicurezza nell’ambiente. La filtropressa Matec è perfetta per produrre panetti secchi con un’umidita residua del 15% e per recuperare il 99% dell’acqua, occupando il minimo spazio possibile. E per l’uso in cava ecco l’impianto 100% mobile su skid Matec “MARBOLINE” dove ci sono differenti punti di raccolta delle acque e dove la mobilità di un impianto è un requisito fondamentale. L’impianto rappresenta anche una soluzione efficiente per laboratori dove si lavora la pietra. Con una soluzione completa e compatta, Matec garantisce ottimi risultati in termini di quantità e qualità per recuperare e riutilizzare l’acqua utilizzata per l’estrazione e la lavorazione. Allo stesso tempo i panetti secchi prodotti si potranno smaltire in modo semplice ed economico. Un impianto Matec su skid monta una filtropressa ACQUÆ 400 con un numero variabile di piastre e tutti gli altri elementi che costituiscono un sistema completo, e compatto, per la depurazione e la filtrazione dell’acqua. 100% automatico, 100% mobile, senza fondazioni, pre-cablato. Ovviamente ogni progetto è completamente personalizzabile nella sua configurazione e con vari accessori.

Yokohama 35/65-33 L5 Y524, l'ideale per le pale Block Handler e per i carichi extra
Mai Italia ha presentato il nuovo pneumatico heavy duty Yokohama 35/65-33 L5 Y524 ad alto telaggio (48pr), rinforzato da un doppio strato di cinture in acciaio "steel breaker" e dotato di profilo rinforzato con proiettori laterali che migliorano la resistenza ai tagli del fianco e della spalla. Come ha sottolineato Federico Fiorini, Amministratore Delegato di Mai Italia S.r.l., presente assieme al Team Mai Italia in veste di main sponsor all'evento organizzato da ANEPLA e Carrara Marble Way: "è un vero onore per la nostra azienda rappresentare in Italia nel settore Off-The-Road ed industriale un prodotto di altissima qualità come Yokohama e presentare nella cornice meravigliosa di Carrara questo prodotto che ha una notevole potenzialità all'interno del bacino apuano". Mai Italia dal 1953 si dedica allo sviluppo, alla distribuzione ed al servizio assistenza di pneumatici e cerchi di alta qualità per impieghi speciali, nel movimento terra e nella movimentazione industriale e portuale. L'azienda fornisce agli utilizzatori ed ai produttori di macchine operatrici prodotti di elevata qualità ed affidabilità, costruiti con le migliori materie prime, sistemi produttivi avanzati e garantiti contro difetti di fabbricazione, riducendo il costo orario.
Il servizio di consulenza e assistenza presso porti, interporti, cave, cantieri e siti industriali è unico in Italia per competenza ed assicura all'utenza professionale la scelta più adatta alle proprie esigenze. In tema di Circular Economy non si può non citare il fatto che Mai Italia S.r.l. è impegnata anche nella gestione sostenibile degli pneumatici fuori uso, in qualità di socio del consorzio Greentire, dimostratosi negli anni particolarmente attento alla legalità e sostenibilità ambientale per il 100% di recupero di materia dallo pneumatico giunto a fine vita.