Collegamento Zara-Expo, effetto Bruco

In cantiere con l'ing. Claudio Salini a Milano per vedere l'avanzamento del collegamento Zara-Expo: infrastruttura strategica che rimarrà alla città anche dopo l'Esposizione. Un nuovo appuntamento di Porte Aperte per il Gruppo Claudio Salini, con Elios e Gruppo Donzelli, per osservare al lavoro decine di tecnici impegnati nella realizzazione di un'opera infrastrutturale complessa che vede applicate tecnologie di ingegneria a spinta fuori dell'ordinario.

Porte Aperte e invito in cantiere: un evento già sperimentato con successo dal Gruppo Ing. Claudio Salini. Questa volta siamo a Milano, in piena città dove il Gruppo Salini in ATI con Elios Ambiente e DAF Gruppo Donzelli sta lavorando per la realizzazione di uno dei nodi infrastrutturali strategici per l’accesso a Expo, la riqualificazione della viabilità nella parte Nord di Milano. L’opera, commissionata da Metropolitane Milanesi, ha valore di contratto di 28,6 milioni di euro. 
Ci guidano in cantiere l’ingegner Claudio Salini stesso, con l’ing. Antonio Delle Chiaie, Direttore di Cantiere per il Gruppo ing. Claudio Salini. Inoltre sono presenti per illustrare le opere e gli interventi delle rispettive Società, Dante Bussatori di Elios Ambiente e Massimiliano Donzelli del Gruppo Donzelli. Le due Società, in ATI con il Gruppo Salini, si occupano della gestione ambientale del cantiere, dalle demolizioni, alla bonifica terreni contaminati, messa in sicurezza aree; fino alla realizzazione della nuova rete idrica e delle opere di urbanizzazione. 
L’infrastruttura in costruzione è un’opera che sarà lasciata in eredità alla città. Servirà all’Esposizione Universale, ma ancora di più è utile alla riqualificazione dell’area Nord della città.
Il cantiere è estremamente interessante dal punto di vista ingegneristico perché l’impresa ha adottato qui tecniche particolari e concepito tecnologie costruite ad hoc per realizzarle.
Ce le spiega l’ingegner Delle Chiaie che subito entra nel merito tecnico delle particolarità che questo cantiere presenta e delle problematiche che l’impresa ha risolto. 
L’opera in sostanza è costruita, come un meccano, in un luogo molto ristretto. Si tratta di 6 blocchi, monoliti di calcestruzzo, che devono essere “infilati” a spinta sotto la ferrovia (l’arteria deve sottopassare i 13 binari delle ferrovie) con la tensione attiva e i  treni in esercizio, in quanto il cantiere non deve interferire con la viabilità ferroviaria. Oggi vediamo gli operai che tranquillamente lavorano fra i binari coi treni che passano, alta velocità compresa. E passano sui dieci binari ogni pochi minuti. Dal punto di vista organizzativo e logistico ciò è stato estremamente complesso da gestire in assoluta sicurezza per i lavoratori. 
Quanto all’ingegneria delle opere, il sistema di spinta è stato studiato ad hoc per questo cantiere e ve ne sono pochi in Italia dello stesso tipo. 

Il presente articolo è stato pubblicato a pag. 79 del n. 618/2015 di Quarry&Construction...continua a leggere