Gli asfalti modificati con gomma da riciclo dei PFU

Guidare su una strada senza buche, meno rumorosa e più sicura è il sogno di ogni automobilista. Un sogno che è già realtà in 33 Province in tutta Italia dove sono stati realizzati tratti di strada utilizzando bitumi modificati con aggiunta di gomma da riciclo dei Pneumatici Fuori Uso. Una tecnologia nata negli anni'60 tra USA e Svezia e oramai diffusa in tutto il mondo.
La gomma di cui è costituito il pneumatico è, infatti, una miscela di polimeri di altissima qualità; aggiunta al bitume per asfalti ne modifica le proprietà fisiche migliorando quindi le prestazioni complessive della pavimentazione stessa, consentendo:
• apprezzabile riduzione della rumorosità generata dal pneumatico nel suo contatto con la strada e in alcune tipologie di asfalto anche del veicolo più in generale;
• lunga durata della pavimentazione ed eccezionale resistenza all'invecchiamento, con esperienze internazionali che attestano durate fino a tre volte superiori rispetto un asfalto tradizionale;
• maggiore resistenza della superficie al formarsi di fessurazioni e crepe di ogni tipo, da cui consegue il contenimento degli interventi di manutenzione, con riduzione degli inconvenienti derivanti dai cantieri stradali e dei relativi costi;
• maggiore sicurezza, grazie all'ottimale aderenza, al drenaggio dell'acqua che riduce drasticamente l'effetto splash and spray in caso di pioggia migliorando la visibilità, e alla minor presenza di buche, che sono spesso causa di incidenti per i veicoli a due ruote.
In Italia l'utilizzo di questa tecnologia si è consolidata nel tempo, grazie anche al costante impegno di Ecopneus: da un lato con il supporto in nuovi interventi e campagne di monitoraggio, dall'altro nel sensibilizzare e diffondere informazioni tecniche e dati scientifici su questa importante applicazione della gomma da riciclo. Ad oggi sono stati realizzati nel nostro Paese oltre 370 km/corsia di strade realizzate con asfalto modificato: Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Trentino Alto Adige sono le regioni con le esperienze più significative.


La riduzione del rumore
Uno dei vantaggi principali degli asfalti modificati è la loro fonoassorbenza. Progettando opportunamente le miscele bituminose è possibile ottenere un conglomerato in grado di ridurre il rumore generato dai veicoli in transito fino a 7dB: un valore che corrisponde al dimezzamento dell'energia sonora percepita dall'orecchio umano. Un aspetto non secondario, dato che 1/5 della popolazione UE è esposta a livelli di rumore eccessivo, con 10.000 vittime l'anno in Europa, aumento di malattie cardiache, disturbi del sonno, problemi cognitivi nei bambini. Un problema, infatti, oggetto di una specifica direttiva della Commissione Europea che ha imposto ai Paese membri di intervenire sui livelli eccessivi di rumore. I termini per la presentazione dei piani di risanamento sono già scaduti, ma sono diverse le Province del nostro Paese a non aver ancora adempiuto completamente.

L'esperienza della Val Venosta (BZ): asfalti fonoassorbenti al posto delle barriere antirumore
Per testare l'effettivo abbassamento delle emissioni sonore grazie agli asfalti modificati con il polverino di gomma da PFU, la Provincia Autonoma di Bolzano ha avviato nel 2011 una campagna di interventi e misurazioni in Val Venosta.
Dopo 12 mesi i risultati del monitoraggio hanno evidenziato una riduzione del rumore causato dal rotolamento dei pneumatici fino a 7 decibel. Ciò rende questi asfalti una valida alternativa all'utilizzo delle barriere acustiche su strade ad alta percorrenza: non costituiscono ostacolo all'attraversamento della carreggiata, non riducono la luce delle abitazioni limitrofe, consentono lo spazio per l'accumulo della neve nei mesi invernali e le vie di fuga in caso di incidente. E tutto questo avendo sempre una pavimentazione di ottimo livello.

Come sarebbero le nostre città senza il rumore del traffico?
Le prestazioni acustiche degli asfalti modificati con gomma da PFU, con particolare riferimento all'ambito urbano (dove è maggiore la presenza di ricettori sensibili) sono state oggetto di uno specifico progetto portato avanti da Ecopneus insieme a Vie En.Ro.Se. Ingegneria e confluito in un dossier dal titolo "Prestazioni acustiche degli asfalti a bassa rumorosità in ambito urbano". I risultati dei monitoraggi svolti in oltre 10 Comuni della Toscana e dell'Emilia Romagna, in differenti scenari e orari e confrontandoli con misure effettuate sulle vecchie pavimentazioni, hanno confermato i benefici acustici previsti.

Durata tre volte maggiore di un asfalto tradizionale
La maggiore durata degli asfalti modificati è stata confermata anche dai test condotti sulla Variante Canali di Reggio Emilia, importante snodo della viabilità Reggiana, realizzato con bitumi modificati con polverino di gomma, al centro di un workshop organizzato da Ecopneus nella primavera 2015: dopo 6 anni dalla realizzazione, la pavimentazione non ha avuto necessità di nessun intervento di manutenzione. Altra peculiarità è stato l'approccio "sostenibile" dell'intero intervento: grazie all'utilizzo di materie prime seconde (dal polverino di gomma al fresato del vecchio asfalto) è stato possibile evitare l'emissione di 40 tonnellate di CO2 e ridurre i consumi energetici di 70.000 kWh. Un risparmio equivalente ai consumi di 300 famiglie di Reggio Emilia per 1 mese.
Grazie alla gomma da riciclo si ottengono quindi pavimentazioni stradali dalle elevate performance: minore presenza di crepe e buche, ottima aderenza del pneumatico, migliore drenaggio dell'acqua, riduzione del rumore da transito dei veicoli.
Vantaggi per chi guida, ma anche per le tasche della Pubblica Amministrazione. Con un investimento iniziale leggermente più alto, pari a circa 10€/m2 (poco più alto rispetto ad un asfalto modificato con polimeri vergini e circa 1,5 volte quello di un asfalto comune), è possibile avere una pavimentazione di ottimo livello, che consente nel medio-lungo periodo un notevole abbassamento dei costi. [Nella tabella in basso, il confronto dei costi tra una pavimentazione tradizionale (TR) e una in asfalto modificato (AR)].
Da un lato per la maggiore vita utile della pavimentazione; dall'altro perché la maggiore resistenza ai danni stagionali e al formarsi di crepe e buche, elimina quasi completamente la necessità di interventi di manutenzione successivi.
Uno studio condotto da ENEA ha inoltre sottolineato anche la sostenibilità di queste pavimentazioni che, oltre ad essere realizzate con il contributo di un prodotto arrivato a fine vita, hanno un minor impatto ambientale confrontando le analisi sull'intero ciclo di vita con quelle delle altre pavimentazioni tradizionali.