Il tempo di prendere il tempo

Ridare valore al patrimonio: è la volontà che lo studio Atelier(s) Alfonso Femia ha posto come base per il progetto di riqualificazione del Palazzo della Prima Zecca dello Stato a Roma. Un progetto che tiene in grande considerazione il passato, accogliendo al contempo il futuro

Il Palazzo della Prima Zecca dello Stato in via Principe Umberto a Roma rappresenta uno dei punti cardine per lo sviluppo dell'area che si estende a sud della stazione Termini e che ritrova in piazza Vittorio Emanuele II il proprio baricentro.
Il progetto ha come primo obiettivo quello di riqualificare e ristrutturare l'edificio esistente, enfatizzandone i caratteri originari risalenti alla prima metà del ‘900, in accordo con una ri-funzionalizzazione degli spazi interni atta ad accogliere il nuovo programma specificato nel bando.
L'atteggiamento nei confronti dell'esistente si fonda sulla volontà di ritrovare gli elementi identitari che caratterizzavano l'impianto volumetrico simmetrico e composto dell'edificio e quel sapore "industriale" degli ambienti, dato dalla presenza delle grandi macchine per la lavorazione delle monete e dal sistema impiantistico a vista che il progetto mantiene ed enfatizza. è stata quindi prevista la demolizione di tutte le superfetazioni che negli anni hanno pervaso le coperture e occultato la chiara struttura a tre corti, prevedendo il recupero e valorizzazione dell'ultimo piano del corpo centrale, con un avanzamento del volume verso Via Principe Amedeo, sempre nel rispetto dei limiti dati dal Regolamento locale e dal vincolo di interesse storico insistente sull'immobile.
Il volume riqualificato dell'ultimo livello si caratterizza per un'architettura ordinata e "delicata" nel rapporto con l'esistente, la quale, seppure con una netta distinguibilità rispetto alle parti storicizzate, si armonizza con esse attraverso la ricerca di un ritmo che richiama la scansione dei prospetti novecenteschi.
Dal punto di vista funzionale il progetto enfatizza la struttura stereometrica dell'edificio attuale: il suo basamento contiene gli spazi museali e aperti al pubblico, quali la caffetteria il bookshop e la sala congressi. Al piano primo la biblioteca e il centro servizi. Nella corte centrale e nel fronte su Via Principe Umberto si sviluppa la Scuola della Medaglia. Infine nel volume di mezzo si colloca la foresteria con ristorante.
L'introduzione di nuovi vani scale ha permesso di ottimizzare i flussi interni, separandoli in base alle funzioni servite ed integrandoli con l'organismo esistente.
Un progetto che mira quindi all'integrazione con il passato, alla ricerca e riscoperta dei caratteri originali dell'edificio della Zecca, ma con uno sguardo verso il futuro capace di rivitalizzare, attraverso il nuovo programma, degli spazi ricchi di storia e valore.

GERARCHIA DELL'EDIFICIO ESISTENTE
L'edificio è idealmente articolato in tre macro-settori, distinguibili per natura e conformazione degli spazi, oltre che per la differente vocazione ad essi attribuita sin dall'epoca di costruzione:
A. Il corpo monumentale, sviluppato su quattro livelli su via Principe Umberto, ospita tutt'oggi la Scuola dell'Arte della Medaglia e possiede gli attributi formali di un vero e proprio palazzo, articolandosi attorno allo scalone principale con una serie di ambienti a destinazione didattica e/o direzionale, distribuiti da un corridoio di spina. Il corpo monumentale ha conservato il carattere di "anima nobile" del Palazzo-fabbrica, vedendo tuttora la presenza di un codice decorativo riscontrabile nella tipologia dei serramenti lignei, delle pavimentazioni ceramiche o lapidee, di taluni corpi illuminanti e elementi d'arredo a misura preservatisi in gran parte sino ad oggi.
B. Il basamento che comprende l'intero piano terra e i relativi mezzanini, oltre alle maniche costruite al piano primo lungo via Principe Amedeo e sui due lati lunghi della corte centrale. Questi ambienti rappresentavano il luogo della produzione e lavorazione della moneta e sono per lo più caratterizzati da spazialità ampie e dalla compresenza di elementi a valenza storico-testimoniale (carriponte, porzioni di pavimentazioni metalliche, serramenti interni in ferro, modanature parietali) con elementi rimaneggiati o aggiunti (mezzanini lungo il corridoio centrale, lucernari estradossati sul coperto, occlusioni delle corti originarie, serramenti esterni in alluminio).
C. Il corpo centrale, ossia i piani primo ammezzato e secondo ammezzato realizzati, in due momenti distinti e successivi, nell'ambito degli interventi di sopraelevazione del corpo centrale che investirono il Palazzo nell'intervallo temporale tra il 1946 e il 1953. Sebbene entrambi i piani siano oggi parte integrante della consistenza volumetrica dell'edificio, soltanto nel piano primo ammezzato si riscontrano, pur nella sobrietà della costruzione, chiari segni di un'integrazione coerente con l'impianto ed il lessico dell'edificio esistente.
Il piano secondo ammezzato evidenzia invece alcuni elementi di "debolezza" sostanziale e di incoerenza rispetto all'organismo architettonico nel suo insieme, sia sul piano formale (assenza di un codice decorativo esterno, insufficienza delle finestrature, profilo disomogeneo in pianta ed alzato) sia sul piano costruttivo, vedendo l'uso di tecnologie e materiali "poveri", con predominanza di laterizi forati.

CONSERVAZIONE DELL'IDENTITÀ DEL PALAZZO-FABBRICA
Il diverso carattere e grado di conservazione impongono una declinazione differenziata dell'intervento di restauro sulle tre macro-aree dell'edificio sopra descritte, nel rispetto del vincolo di tutela insistente sull'intero immobile. Muovendo dal principio della valorizzazione dell'identità fondante del Palazzo-fabbrica, si individuano pertanto criticità e criteri d'azione differenziati, frutto di un approccio condiviso con la Soprintendenza competente.

Corpo monumentale
Per tale comparto, in complessivo buono stato di conservazione, si individua l'opportunità di una linea di intervento conservativa, improntata a preservare l'attuale divisione degli ambienti e gli elementi costruttivi /decorativi che li caratterizzano (serramenti esterni ed interni, pavimenti, corpi illuminanti storici), facendo salve le modifiche e sostituzioni necessarie alla completa rimessa in uso degli spazi.
Principali criticità del progetto di restauro e rifunzionalizzazione:
• Completamento delle connessioni con il corpo centrale dell'edificio;
• Implementazione della circolazione verticale (corpi scala ed ascensori);
• Sostituzione e adeguamento energetico dei serramenti esterni e dei lucernari esistenti;
• Adeguamento impiantistico;
• Recupero della piena funzionalità del piano terzo ammezzato per l'alloggiamento degli impianti tecnologici;
• Adeguamento alla normativa di prevenzione incendi e superamento delle barriere architettoniche;
• Restauro degli spazi nobili (hall e scalone monumentale);
• Conservazione delle pavimentazioni di pregio e/o storicizzate.

Basamento
Il piano terreno del Palazzo era il luogo per eccellenza della "Fabbrica", deputato ad ospitare le grandi sale di lavorazione ed i macchinari legati al ciclo produttivo che qui trovava sede. La natura industriale di questi ambienti permea tuttora gli spazi del basamento, per i quali si profila un intervento di restauro selettivo combinato a nuovi inserimenti contemporanei.
Le azioni di progetto sono guidate in questo caso da principi di archeologia industriale, isolando elementi spaziali carichi di valore storico-testimoniale, capaci di raccontare con la loro presenza il passato dell'edificio, diventando parte integrante del futuro percorso museale. I nuovi interventi di progetto faranno proprio a loro volta questo carattere, traducendosi nell'uso architettonico dell'impiantistica a vista e nella predilezione per scelte fortemente materiche per tutti i nuovi inserimenti di progetto, con predominanza di superfici metalliche declinate tanto sulle strutture quanto nelle finiture architettoniche.
Le principali criticità dell'intervento sono così individuabili:
• Intervento conservativo dei serramenti storici in ferro e ferro-vetro;
• Conservazione e adeguamento delle pavimentazioni esistenti in ferro e in betonelle;
• Conservazione dei sistemi di trasporto meccanizzato storici (carriponte);
• Conservazione integrale degli ambienti di valore storico-testimoniale (ex fonderia);
• Formazione dei nuovi mezzanini;
• Sostituzione dei grandi serramenti esterni;
• Revisioni e completamenti dei solai soprastanti il pianterreno, con ripristino dei soffitti a voltine a vista, rimozione dei lucernari esistenti e sostituzione dei principali con strutture a shed;
• Rimozione degli impianti esistenti e controllo dei percorsi e delle interferenze dei nuovi impianti da lasciare a vista;
• Controllo dei flussi, completamento delle percorrenze ad anello dei corridoi e integrazione del sistema delle vie d'esodo;
• Formazione di nuove vie di collegamento verticale;
• Gestione dei punti di separazione e contatto tra le diverse funzioni;
• Adeguamento alla normativa di prevenzione incendi e superamento delle barriere architettoniche;
• Adeguamento impiantistico.

Corpo centrale
Per il volume centrale si ravvisa la necessità di un intervento più incisivo di riqualificazione formale, volto a ristabilire l'unità volumetrica dell'insieme. Ai piani primo e secondo ammezzato si addensano infatti superfetazioni ed aggiunte, tanto sulla corte E, quanto lungo la manica su via Principe Amedeo, che precludono la lettura del complesso architettonico.
A queste si aggiunge una sostanziale mancanza di connessioni con il resto della fabbrica, in particolare con il corpo monumentale, rispetto al quale si individua un vero e proprio punto di discontinuità ai livelli alti.
L'intervento proposto a questi piani, di realizzazione più recente ed eterogenea, mostra più marcatamente il proprio carattere contemporaneo, toccando le facciate ed il profilo dell'edificio con azioni chiare e puntuali, nello spirito di una valorizzazione formale accompagnata al pieno recupero all'uso degli spazi interni.
Tra le maggiori criticità si citano:
• Consolidamento strutturale del piano secondo ammezzato;
• Completamento del raccordo tra piano secondo ammezzato e Corpo monumentale;
• Completamento della manica edilizia su via Principe Amedeo e rimozione delle superfetazioni;
• Liberazione dalle aggiunte laterali a carico della corte centrale del Palazzo;
• Adeguamento delle forometrie di facciata del piano secondo ammezzato;
• Riqualificazione delle facciate del piano secondo ammezzato;
• Ridefinizione delle percorrenze verticali.

Corti e terrazze
Il recupero delle corti originarie è uno dei principi cardine dell'intero intervento. Al piano terra si prevedono interventi specifici di rimozione e demolizione dei volumi che, negli anni, hanno finito per occludere gli spazi aperti del Palazzo. Le facciate liberate saranno oggetto di un mix di interventi conservativi e contemporanei, individuando questi ultimi con scelte compositive e materiche chiare e riconoscibili. Il recupero all'uso delle ampie coperture dell'edificio rappresenta un obiettivo altrettanto importante, il cui presupposto sarà la rimozione dei volumi aggiunti che ingombrano gli attuali solai esterni.
Tra le criticità di intervento si enunciano:
• Completamento del quadro conoscitivo sulle corti da liberare, ottenibile solo a valle delle operazioni di demolizione;
• Rifacimento delle pavimentazioni delle corti;
• Separazione della corte A rispetto agli spazi interni con creazione di una nuova facciata di chiusura del portico esistente;
• Completamento di collegamenti e percorsi di adduzione alle terrazze;
• Gestione dei dislivelli tra quote di calpestio interne e le attuali coperture da riqualificare;
• Rifacimento dei pacchetti di finitura ed isolamento orizzontale;
• Schermatura di uscite impiantistiche localizzate;
• Predisposizione di sistemazioni esterne idonee alla piena funzionalizzazione di terrazze e corti in base alla destinazione d'uso dei locali limitrofi.

Piano interrato
Il livello interrato, che occupa solo parzialmente il sedime dell'edificio, è destinato dal progetto ad ospitare le zone archivio e deposito a servizio del complesso, oltre a alcune aree tecniche significative (riserva idrica, centrale antincendio, centrale idrica e vasca duale, locali UTA, locale spazzatura). Cionondimeno si individuano alcuni ambienti speciali per i quali verranno estesi i criteri di intervento già enunciati per il corpo basamentale. Tra questi va ricordato l'ex caveau centrale che, per la particolarità intrinseca ben rappresentata dalle consistenze delle murature, dal disegno delle pavimentazioni e dalla porta blindata di accesso tutt'oggi presente, sarà oggetto di intervento conservativo.
Le principali criticità del progetto architettonico a questo piano sono legate alla formazione dei nuovi vani scala ed ascensori ed alle opere di demolizione e ricostruzione strutturale ad essi connesse, meglio rappresentate negli elaborati specifici della disciplina strutturale.

DEMOLIZIONI
Nello spirito della ricomposizione dell'unità volumetrica dell'edificio e della sua piena rifunzionalizzazione, il progetto individua necessarie operazioni di demolizione ad interesse di alcune superfetazioni volumetriche non storicizzate e/o dissonanti che ingombrano le coperture e le corti del Palazzo. A queste si sommano demolizioni locali di muri e/o orizzontamenti, preordinate al recupero del bene nella sua integrità formale e nella rinnovata funzione pubblica, in stretta aderenza alla definizione di Restauro e Risanamento conservativo ai sensi art.29 D.lgs. 42/2004, come richiamato dall'art.9, co.4 delle NTA del PRG. In recepimento della nota Prot. n. Cl. 34.43.04 del 03/06/2020 della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, con la quale l'Organo di tutela si esprimeva a favore della "conservazione materica" del piano secondo ammezzato, il progetto prevede anche per questo livello il mantenimento e consolidamento dell'involucro murario, confermando ulteriormente la rispondenza dell'intervento ai principi del restauro.
Tra le opere di demolizione interna si citano quelle che coinvolgeranno il mezzanino del piano terra, dettate sia da esigenze di ripristino dello stato ante operam su porzioni realizzate senza evidenza di titolo edilizio, sia dalla necessità di riportare a condizioni di piena abitabilità, continuità spaziale e funzionalità d'uso gli ambienti di questo piano, oggi parcellizzati e discontinui.
Le ulteriori demolizioni interne di porzioni di pareti e solai trovano giustificazione nel complesso quadro esigenziale del progetto, essendo prevalentemente legate ad istanze di consolidamento strutturale e adeguamento impiantistico (formazione di alloggiamenti e forometrie), oppure funzionali a ristabilire un sistema di circolazione orizzontale e verticale efficiente e adeguato alla norma in materia di prevenzione incendi.
L'intervento di demolizione e ricostruzione parziale del solaio del piano terzo ammezzato del Corpo Monumentale merita una menzione specifica, derivando da una precisa richiesta della Soprintendenza competente, improntata a creare un piano di appoggio per gli impianti tecnologici sufficientemente ribassato da evitare la fuoriuscita degli stessi rispetto alla quota del parapetto di copertura. Il tutto si traduce in una serie di azioni che hanno l'obiettivo di liberare gli spazi, le superfici, l'architettura, il tempo. Il nuovo non è immaginato come una addizione o un elemento autonomo, ma vuole essere una parte naturale, in equilibrio all'interno dei rapporti volumetrici originari, senza entrare con essi ne in competizione ne in subordinazione ma cercando di farne parte integrante, per geometria, allineamenti, ritmi.