"Qua vengono coloro che vogliono vedere cose mirabili"

Layher firma un'opera provvisionale innovativa per il restauro dei mosaici della cupola del Battistero di San Giovanni a Firenze. La struttura permette di tenere aperto il monumento durante i sei anni di lavori e consentirà per la prima volta al pubblico di poter ammirare i mosaici da vicino

È terminata la costruzione dell'imponente cantiere che consentirà il restauro dei duecenteschi mosaici policromi su fondo oro che rivestono la cupola del Battistero di San Giovanni a Firenze.
Grazie alle opere provvisionali firmate Layher, il Battistero, tra i monumenti più visitati al mondo (nel 2022, 1 milione e 215 mila visitatori), può rimanere aperto durante i sei anni di lavori. Non solo: la particolare opera provvisionale di Layher consente al pubblico, per la prima volta nella storia, di vedere da vicino il grandioso ciclo di mosaici duecenteschi a cui lavorò anche Cimabue, fonte di ispirazione per la Divina Commedia di Dante. Un'esperienza unica, possibile solo durante gli anni del restauro.

Il cantiere e l'intervento di restauro sono commissionati e finanziati dall'Opera di Santa Maria del Fiore in accordo con l'Arcidiocesi di Firenze, sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia. Il cantiere è un progetto dell'Opera di Santa Maria del Fiore con TSA Tecno System Appalti, che si è occupato del montaggio, e Layher, mentre l'intervento è stato affidato al Centro di Conservazione Archeologica con un'alta specializzazione nel restauro musivo.

«Innovazione, qualità, durabilità, estrema versatilità, alte prestazioni e sviluppo continuo sono le caratteristiche di Layher e dei suoi sistemi che, insieme a ponteggiatori altamente qualificati come TSA, permettono il superamento dei limiti delle opere provvisionali - spiega Roberto Vesentini, direttore generale Layher - Siamo contenti di essere riusciti a garantire il soddisfacimento di quanto richiesto dall'Opera di Santa Maria del Fiore, grazie a una struttura che, riducendo al minimo l'impatto a terra, consente di tenere aperto il Battistero durante l'intervento di restauro. Inoltre, ci riempie di soddisfazione pensare che grazie alle nostre soluzioni i visitatori possano ammirare i mosaici da vicino per la prima volta».


LE RICHIESTE DELLA COMMITTENZA
È stata richiesta un'opera provvisionale in grado di rendere accessibile l'intera superficie musiva della volta - oltre 1.000 mq di mosaici, realizzati con 10 milioni di tessere policrome - e che, allo stesso tempo, avesse il minimo impatto visivo a terra, per lasciare visibili ai visitatori le pareti e la scarsella decorate con marmi e mosaici, il cui restauro è terminato a luglio dell'anno scorso. Si è richiesto, inoltre, di garantire l'affluenza al ponteggio da parte del pubblico.
Il tutto doveva essere eseguito nel massimo rispetto del monumento limitando o evitando al minimo gli ancoraggi, non possibili sulla cupola musiva.
"Abbiamo selezionato un fornitore che ci permettesse di raggiungere i nostri obiettivi: l'ideazione e la progettazione di una struttura innovativa tecnicamente funzionale e tecnologicamente avanzata che traesse ispirazione dalle ormai codificate morfologie del fungo o dell'ombrello - commenta l'architetto Samuele Caciagli, responsabile dei lavori dell'Opera di Santa Maria del Fiore - La geometria individuata ha permesso di mantenere accessibile la quasi totalità dell'aula al piano terreno a fronte di uno sviluppo superficiale dei piani di lavoro di oltre 10 volte superiore. Perché questo vuole essere un cantiere non esclusivo, anzi, l'opposto, vuole essere un cantiere inclusivo, vogliamo mostrare quello che stiamo facendo e vogliamo dare la possibilità a tutti di beneficiare da vicino di questo splendido mosaico".

CANTIERE TECNOLOGICAMENTE INNOVATIVO
La soluzione individuata da Layher e sviluppata con TSA è un ponteggio a forma di fungo (altezza 31,50 m e diametro 25,50 m) che si sviluppa su una superficie di 618 mq calpestabili nella parte alta, a fronte di una superficie occupata a terra di soli 63 mq: costruito con 8.150 elementi, utilizza delle travi in alluminio di ultima generazione (Layher Flex) che, passando attraverso le aperture quadrangolari affacciate sul piano attico del Battistero, permettono di distribuire uniformemente i carichi sulla struttura portante del monumento.
Nello specifico, la colonna è stata realizzata con ponteggio multidirezionale Allround, che ospita le scale per il pubblico e permette il trasferimento dei carichi a terra nella porzione "piena" del pavimento. I rimanenti appoggi sono realizzati con Allround e trave Flex. Indicativamente un quarto del carico del ponteggio è portato dalle travi Flex che, grazie alla loro altezza di 28 cm consentono l'inserimento in spazi limitati, e nel caso specifico fuoriescono a sbalzo dalle aperture quadrangolari del matroneo. Il supporto del ponteggio a sbalzo è dato dall'accoppiamento di due ordini di travi, che consente la ripartenza modulare in sicurezza dagli otto lati del Battistero. Altre caratteristiche da evidenziare: l'altezza di sbarco della trave accessibile al pubblico è di 17,5 m, mentre parallelamente corre una scala da cantiere a rampe in alluminio, agevole e sicura, che permette l'accesso delle maestranze sino alla quota sommitale. Il camminamento dell'anello e della piattaforma aperta al pubblico è di circa 120 mq.

MULTIDIREZIONALE ALLROUND
Allround, sinonimo di ponteggio modulare di alta qualità, è il primo sistema multidirezionale al mondo, creato da Layher nel 1974: è contraddistinto dal ridotto volume di materiale necessario all'allestimento delle più diverse strutture, dalla velocità di assemblaggio e da elevata sicurezza. A caratterizzarlo, la combinazione tra la velocità di connessione e l'assenza di giunzioni a bullone, caratteristiche che permettono di collegare tra loro ad angolo retto i diversi componenti oppure di orientarli a piacimento, garantendo la trasmissione ottimale dei carichi.

TRAVI FLEX IN ALLUMINIO
Per minimizzare gli appoggi a terra e creare una struttura provvisionale sospesa sono state impiegate le travi in alluminio ad alta resistenza Flex. Presentate nel 2018, hanno conosciuto una veloce evoluzione con l'introduzione nel 2020 degli accessori che permettono l'accoppiamento di più travi ortogonali. Tra le peculiarità principali: elevata capacità di carico, peso ridotto, rapidità di assemblaggio e ottimizzazione nell'utilizzo dei materiali. Le travi Flex, inoltre, consentono la partenza del ponteggio a sbalzo, in quota, anche dove gli spazi di manovra sono ridotti, come nel caso della cupola del Battistero di Firenze.
L'elevata capacità di carico, nello specifico, permette di ampliare le strutture in sospensione e avere un risparmio nei tempi di montaggio e un maggiore rispetto dell'opera servita: meno fori di ancoraggio, meno tempi di montaggio, meno tempi di smontaggio.
Se paragonata ai tralicci in acciaio di altezza 45 cm, la trave Flex presenta un momento flettente 2,5 volte più elevato, la resistenza a taglio sino a sette volte più alta, l'altezza strutturale ridotta di 17 cm e la controventatura orizzontale in compressione non necessaria; il profilo superiore della trave è sagomato per garantire l'installazione degli impalcati con aggancio su U, fissati per mezzo di appositi fermaimpalcati.

LAYHER A FIRENZE
Il restauro monumentale è una delle maggiori applicazioni delle strutture provvisionali Layher. Solo passeggiando a Firenze si trovano suoi ponteggi in diverse aree della città. Qualche esempio? Nella cupola laterale del Duomo di Firenze, nella Loggia del Bigallo, nella cappella Bardi (la prima a destra della Cappella Maggiore) della basilica di Santa Croce e nell'ex Teatro del Maggio Fiorentino.

Mai come questa volta risulta veritiero l'invito scritto in latino nello zodiaco duecentesco intarsiato nel pavimento del Battistero di San Giovanni: "Qua vengano tutti coloro che vogliono vedere cose mirabili". E grazie a Layher "cose mirabili" ammirabili ancora da più vicino.

 

IL CANTIERE DI RESTAURO
Per il restauro degli oltre 1000 m² di decorazione musiva dell’intradosso della volta del Battistero di San Giovanni si è resa necessaria la realizzazione di un'imponente opera provvisionale: un ponteggio ideato dall’Ufficio tecnico dell’Opera di Santa Maria del Fiore e da TSA (Techno System Appalti di Roma), progettato e calcolato dalla stessa società capitolina.
Il procedimento per la progettazione si è concluso dopo un lungo periodo di “gestazione” che, dopo una prima selezione dei fornitori, effettuata sulla base della progettazione preliminare e di un concept, ha visto coinvolti architetti, ingegneri, imprese e pontisti, ognuno per le specifiche competenze.
Nulla poteva essere lasciato al caso nelle molteplici revisioni, tutto doveva essere attentamente calcolato, misurato e progettato in modo che la realizzazione potesse procedere senza alcun impedimento.
Si è partiti pertanto dal rilievo tridimensionale dell’intero volume del Battistero, un rilievo realizzato dall’Università degli Studi di Firenze nel 2014 che ha permesso di individuare con precisione e correttezza i possibili punti di ancoraggio, lo sviluppo dei piani di lavoro, la corretta dislocazione delle aree di stoccaggio. Individuati i vincoli architettonici e strutturali, questi sono stati trasmessi ai vari partecipanti alla selezione per l’affidamento di progettazione e montaggio con la richiesta di formulare tutte le possibili migliorie organizzative e progettuali, nel rispetto della normativa e sempre sotto l’attenta osservazione del produttore dei materiali, Layher S.p.a, che ha supervisionato l’attività e coadiuvato la committente in modo propositivo e fattivo.
L’obiettivo era di primaria importanza: si doveva realizzare una grande opera provvisionale che rendesse accessibile l’intera superficie musiva, cercando allo stesso tempo una struttura il cui peso complessivo non andasse a gravare troppo sul testo monumentale del bel San Giovanni e sulle sue strutture, basandosi sugli esiti dei precedenti studi e soprattutto su quelli condotti per l’ultimo restauro parietale. Allo stesso tempo si riteneva indispensabile lasciare completamente fruibili le superfici parietali decorate con marmi e mosaici che erano state appena restaurate assieme a quelle della “scarsella” e della sua volta. Per fare questo si rendeva quindi necessaria l’ideazione e la progettazione definitiva ed esecutiva di una struttura innovativa tecnicamente funzionale e tecnologicamente avanzata che traesse ispirazione dalle ormai codificate morfologie del fungo o dell’ombrello.
Il ponteggio si sviluppa proprio come un fungo su una superficie complessiva di 618 m² calpestabili tutta sviluppata nella parte alta della struttura che raggiunge i 31,5 m di altezza a fronte di una superficie occupata a terra dal ponteggio di soli 63 m² corrispondente a un nono della superficie totale sviluppata in altezza. La geometria individuata ha permesso di mantenere accessibile la quasi totalità dell’aula al piano terreno a fronte di uno sviluppo superficiale dei piani di lavoro di oltre 10 volte superiore. La realizzazione di questo cantiere è stata un’impresa per tanti motivi. In prima istanza, la soluzione progettuale, resa possibile da intuizioni e soluzioni tecnologiche adeguate. In seconda istanza, i tempi di realizzazione, solo 40 giorni di lavoro per montare e verificare gli oltre 8000 elementi in metallo che compongono la struttura. In terza e non ultima istanza per sicurezza e accessibilità, due temi indispensabilmente e inscindibilmente legati. Il primo, maniacalmente concepito e attenzionato dai coordinatori in fase di progettazione ed esecuzione e dai soggetti interni alla struttura della committente competenti ai sensi del dlgs 81/2008, il secondo misurato per condividere un’esperienza unica come quella del restauro epocale del Mosaico della volta.