A Bhuj l'orizzonte non è mai stato così vicino

Grazie al potenziamento dell'impianto più strategico,

BKT annuncia il suo piano industriale: raggiungere nel 2026 un fatturato

di 2 miliardi di dollari e una produzione totale annua di 600.000 MT.

 

Parte da qui il viaggio di BKT verso il futuro. O meglio, dovremmo dire che prosegue da qui, perché è proprio attraverso il sito di Bhuj, inaugurato nel 2015, che la multinazionale indiana ha potuto disegnare i suoi prossimi anni, forte di una solidità economica e infrastrutturale unica nel comparto mondiale degli pneumatici Off-Highway.

E non è un progetto di stima, è al contrario un piano di crescita ben disegnato e molto importante, che proprio grazie al rafforzamento di Bhuj, punta a una produzione annua di 600.000 tonnellate metriche (MT) di pneumatici e che prevede il raggiungimento in tre anni di 2 miliardi di dollari di fatturato.

Siamo abituati a quanto BKT ami raccogliere il guanto della sfida. Il mercato cambia direzione? BKT trova la strada migliore per stare al passo. La pandemia mette in ginocchio la logistica mondiale? BKT è già pronta prima di tutti. Il pianeta chiede responsabilità alle imprese? BKT dimostra con progetti concreti il proprio impegno, perché questa attitudine è semplicemente l'imprinting culturale da cui proviene.

Ecco che i prossimi tre anni, così chiari nella visione di BKT, non sono che il proseguimento di un percorso costruito con lungimiranza e concretezza, attraverso un profondo atteggiamento di ascolto verso il mercato, ma anche grazie a coraggio e passione senza limiti.

Bhuj 2012-2023: +262,60% di ettari.

Quando il primo pneumatico è uscito dalla linea di produzione di Bhuj nel 2012, lo stabilimento si trovava su un'area di 123 ettari. Si trattava allora di un investimento da 500 milioni di dollari. Prima di iniziare i lavori, il paesaggio desertico era completamente arido, non c'erano né acqua né elettricità. Ma dopo la posa di molti chilometri di tubi d'acqua potabile e di linee elettriche, il sito è cresciuto in modo esponenziale: 126 ettari nel 2016, 131 nel 2019, 137 nel 2021, 258 nel 2022. Entro la fine del 2023 la previsione è di raggiungere una superficie totale di 323 ettari, di cui 283 già acquisiti.

Più spazio significa così più possibilità di installare nuovi macchinari, di accogliere più aree di test, di aumentare i volumi e tutto ciò che ne consegue. Una proiezione di crescita che non si ferma e che, anzi, è la base per affrontare l'aumento della domanda. Solo per citare i trend più recenti, le attività di BKT sono aumentate infatti del 49% rispetto al periodo pre-pandemia, un picco notevole che testimonia quanto la multinazionale indiana sia sempre pronta per nuove opportunità e sfide.

E ancora concretamente, dai lontani 92 MT di produzione al giorno del 2015, Bhuj ha chiuso il 2022 con il miglior risultato di sempre, 436 MT quotidiani.

Macchinari più efficienti = più produzione, più sicurezza.

Bhuj oggi vede installati macchinari più efficienti, con caratteristiche che consentono di lavorare più velocemente e con maggiore precisione, aumentando la quantità di produzione e la qualità del prodotto finito. Ciò significa, per esempio, che viene ridotta la quantità di prodotto scartato, aumentando la sostenibilità del processo produttivo e riducendo di conseguenza i costi di produzione; i processi sono inoltre sempre più affidabili, e, cosa molto importante per BKT, sono ridotti drasticamente i rischi sul lavoro e migliorato il comfort dei lavoratori.

Carbon Black autoprodotto.

Un'ulteriore scelta strategica di BKT per potenziare il sito di Bhuj è stata quella di investire in un proprio impianto di Carbon Black. L'impianto è entrato in funzione nel 2017, quando sono stati raggiunti i primi 65.000 MT/anno di "Hard grade carbon black", il tipo di nerofumo utilizzato specificamente nel battistrada degli pneumatici.  Nell'anno successivo, la produzione è aumentata da 65.000 a 110.000 MT e ha visto l'aggiunta di produzione di "Soft grade carbon black", che viene utilizzato nella mescola della carcassa per migliorarne la resistenza e la durata, generando meno calore. Nel 2021, la produzione totale dei due tipi di nerofumo ha raggiunto 138.000 MT all'anno, mentre l'anno scorso è salita a 165.600 MT all'anno.

L'obiettivo per il 2023 è di 198.600 MT, oltre a questo, il dipartimento di Ricerca e Sviluppo prevede di aggiungere un terzo tipo di nerofumo, lo "Specialty carbon black". Si tratta di un tipo di nerofumo con proprietà uniche rispetto a quello utilizzato nelle mescole di gomma, come l'elevata resistenza alla colorazione, l'elevata purezza, il basso livello di ceneri e il bassissimo livello di IPA, che lo rendono adatto all'uso in applicazioni specifiche come vernici, plastica e inchiostri.

Il benessere della "famiglia BKT".

L'ampliamento dell'impianto significa aumento della capacità produttiva, ma è migliorata in modo importante anche la logistica delle operazioni, cosa che ha permesso di introdurre nuova forza lavoro specializzata, oltre a fornire una maggiore flessibilità nei flussi di produzione e stoccaggio.

Parlando di lavoro, la costruzione di nuove strutture ha segnato un miglioramento anche delle condizioni di sicurezza dei dipendenti, un aspetto a cui BKT tiene molto; la comunità che opera all'interno del sito di Bhuj oggi è infatti davvero grande, a fine dicembre 2022 il numero delle persone che vi lavorano è di 4.776.

Al benessere della sua comunità BKT dedica ogni anno molti investimenti, attraverso, per esempio, l'ampliamento degli spazi che ospitano le famiglie dei lavoratori dipendenti (ora vi risiedono quasi 1.000 persone), nella cura della loro salute, nell'istruzione dei bambini. Una vera "fabbrica sociale" a tutto tondo, insomma, che resta un modello virtuoso tra i primi al mondo nel comparto manufatturiero.

Un buon uso delle risorse.

Benessere per le persone, per BKT significa naturalmente anche benessere per l'ambiente, una condizione imprescindibile che oggi deve rientrare nelle strategie di tutte le imprese responsabili, che si definiscono tali.

Bhuj è un modello anche per questo. Già nel 2013 era stata creata infatti la centrale elettrica interna per avere una fonte di elettricità affidabile e controllata. Oggi, sia i pannelli solari che l'impianto di cogenerazione, permettono di autoprodurre energia; nel 2022 è stata ampliata la centrale di cogenerazione, da 20 MW a 40 MW e ancora sono in corso progetti per ampliare la potenza delle risorse rinnovabili autoprodotte.

Anche l'acqua è al centro del cammino virtuoso di BKT verso la Sostenibilità. Dal 2019 è stato adottato il principio "Zero Liquid Discharge" (ZLD), che significa che alcun rifiuto liquido viene rilasciato all'esterno dello stabilimento. Tutta l'acqua utilizzata nello stabilimento viene trattata, purificata e riutilizzata. L'obiettivo del principio ZLD è conservare le risorse idriche, ridurre l'impatto ambientale dello scarico delle acque reflue migliorando l'efficienza complessiva e la sostenibilità dell'impianto.

Carbon black production made more sustainable.

BKT ha anche introdotto un nuovo approccio alla produzione di carbon black, rendendo l'intero processo più sostenibile.

Primo fra tutti il trasporto del carbon black: BKT ha sostituito le grandi bulk bag con dei silos mobili. Ciò significa che l'impianto di produzione di pneumatici ora riceve il carbon black tramite dei silos mobili trasportati pneumaticamente allo stoccaggio. Questo consente innanzitutto a BKT di risparmiare sugli imballaggi, e si tratta di circa 100.000 bulk bag in meno nei prossimi anni.

E non solo, l'intero sistema di trasporto è progettato per ridurre l'uso e il consumo di energia e per garantire la massima qualità. Per ogni trasferimento di materiale vengono infatti controllati il peso e l'energia utilizzata. E l'obiettivo per il futuro è davvero sfidante, ovvero ridurre il consumo energetico fino al 70%. Ciò si tradurrebbe in un risparmio di oltre due milioni di chilogrammi di emissioni di CO2 all'anno, paragonabili a 5.000 appartamenti di 100 metri quadrati ciascuno.

Inoltre il gas utilizzato per produrre il carbon black ora confluisce in un impianto di cogenerazione in grado di riutilizzare 75.000 metri cubi di gas all'anno. E ciò si traduce in un risparmio di 215.000 tonnellate di carbone all'anno.

La ricerca apre il futuro.

La divisione Ricerca&Sviluppo di BKT è stata la culla che ha fatto crescere il sito di Bhuj così come lo si vede oggi e che ne ha guidato l'innovazione e la crescita, allargando costantemente i confini ed affrontando di volta in volta nuove sfide. Istituito nel 2017, questo hub sviluppa sia prodotti che processi, per garantire all'azienda di poter mantenere il presidio internazionale. Guidato da un team specializzato di ricercatori e analisti, rimane uno dei centri di ricerca tra i più importanti ed aggiornati al mondo, nel comparto degli pneumatici.

Cercare la soluzione giusta significa anche testarla. Per questo, sempre nel 2017 infine, è stato inaugurato un apposito "Test Track". Con 6 piste diverse, questo circuito include le piste per i test di prestazione degli pneumatici in condizioni di asciutto e bagnato, una pista in asfalto e una pista in cemento inclinata. Grazie a un'ampia varietà di prove, qui è possibile misurare molte caratteristiche importanti come trazione, maneggevolezza, comfort, compattazione del suolo e molto altro ancora, grazie a dispositivi e strumenti di alta precisione.

 

Ritorno al futuro.

"Mi hanno chiesto se tutto questo era davvero necessario, così tanto in così poco tempo - racconta Rajiv Poddar, Joint Managing Director di BKT. Gli obiettivi che ci siamo posti quando abbiamo deciso di aprire il sito di Bhuj erano proporzionali alla solidità finanziaria di allora, ma soprattutto a una visione tanto grande quanto concreta.

Analizzare il mercato e anticiparlo, con passione e lungimiranza, è ciò che abbiamo fatto in tutti questi anni. La crescita è stata sempre al passo della domanda, non senza - lasciatemelo dire - coraggio e creatività, ma mai senza che obiettivi e investimenti avessero basi solide.

La domanda globale di pneumatici è in crescita e non vediamo segni di rallentamento nei prossimi 5 anni. Si tratta di una richiesta la cui ascesa è iniziata durante la pandemia del 2020, e che oggi è al di sopra dei livelli pre-Covid. Sarà difficile? Sarà una sfida? La nostra visione è serena, per questo molto concreta.

Il viaggio che abbiamo intrapreso a Bhuj nel 2012 non è mai stato per ritornare, ma per prepararci a scoprire il futuro".

 

 

 


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