Anche il Politecnico di Torino tra i fondatori di FABRE il consorzio per il monitoraggio delle infrastrutture

Un network di nove università ed enti di ricerca fornirà supporto tecnico e scientifico per il monitoraggio delle infrastrutture sul territorio.

È stato formalizzato il 22 luglio a Pisa il Consorzio Fabre - Consorzio interuniversitario di ricerca per la valutazione e monitoraggio di ponti, viadotti e altre strutture: tra i fondatori il Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Università di Pisa, Università di Padova, Università di Perugia, Università di Camerino, Università della Campania e Università di Messina oltre all'ENEA.

Attualmente sono nove le università italiane che hanno aderito al consorzio, pensato per evitare che tragedie come quella del crollo del viadotto Polcevera a Genova, appena ricostruito, possano ripetersi. Il Consorzio metterà in campo gli esperti più qualificati e le tecnologie più avanzate per monitorare e valutare lo stato di salute delle infrastrutture stradali del nostro Paese e promuovere e coordinare le attività che riguardano la classificazione del rischio strutturale e ambientale. In particolare, i consorziati svilupperanno metodologie ad elevato contenuto tecnico-scientifico per valutare i diversi rischi (statico, fondazionale, sismico e idrogeologico) e promuovere la verifica, il controllo e il monitoraggio delle infrastrutture, oltre allo sviluppo e l'utilizzo di tecniche innovative negli interventi di riparazione e/o miglioramento di ponti, viadotti e altre strutture esistenti.
In questo caso si avrà un unico interlocutore che permetterà agli enti gestori quali Ministero delle Infrastrutture, ANAS, Ferrovie dello Stato, i gestori delle autostrade e gli enti locali di avviare procedure più snelle e veloci per effettuare la valutazione di diversi rischi (statico, fondazionale, sismico e idrogeologico) e promuovere la verifica, il controllo e il monitoraggio delle infrastrutture disponendo di tecniche innovative negli interventi di riparazione e consolidamento delle strutture esistenti.

"L'Italia ha un patrimonio infrastrutturale abbastanza datato che purtroppo nel corso degli scorsi decenni non è stato sufficientemente attenzionato e mantenuto. Esso viceversa risulta vitale per l'economia e la società. Garantire la cui efficienza e sicurezza rappresentano priorità strategiche per il Paese. In particolare i crolli di ponti negli ultimi anni, susseguitisi con una frequenza crescente, hanno avuto un notevole risalto a livello di media. Tali infrastrutture oggi sono esposte a rischi di varia natura, tra i quali l'invecchiamento e il degrado dei materiali costituenti e i rischi legati a fenomeni e calamità naturali, quali ad esempio i terremoti e frane", spiega Giuseppe Andrea Ferro, professore ordinario di Scienza delle Costruzioni e Direttore del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica, nonché referente del Politecnico di Torino per il Consorzio "Al fine di dare risposte concrete a problemi molto complessi, peraltro in un contesto generale di invecchiamento di buona parte della rete infrastrutturale Italiana, progettata e costruita in alcuni casi ben oltre 50 anni fa, occorrono strumenti ingegneristici e approcci tecnico-scientifici avanzati che attengono alla ricerca scientifica e tecnologica nel campo dell'Ingegneria Civile e in particolare dell'Ingegneria delle Strutture" aggiunge Ferro.

Il consorzio "FABRE" si pone l'obiettivo di dare impulso a tale necessaria attività di ricerca con un approccio "ingegnoso", come suggerito dal nome stesso del consorzio e come si addice alle discipline ingegneristiche.