#DistantiMaUniti

Il mondo del movimento terra al tempo del Covid-19

Non tutti gli uomini sono Direttori Commerciali, Product Manager o Business Director. Ma dietro ad ogni Direttore Commerciale, Product Manager e Business Director che sia c'è un uomo, o una donna, che come tutti noi si è trovato ad affrontare questo momento difficile per il nostro Paese, per l'Europa e per il Mondo intero. La pandemia ha sconvolto le vite di tutti noi in egual misura e per certi versi ci ha reso tutti uguali, #DistantiMaUniti allo stesso modo. Abbiamo allora pensato di chiedere, ai rappresentanti dei principali brand del mercato del mt come hanno vissuto questi mesi di lockdown. Poche e semplici domande che hanno portato a risposte intime, in cui ogni lettore, con le debite differenze, potrà trovare anche tante affinità e uno sguardo sul futuro da voci autorevoli.


1. Cosa ha fatto durante la quarantena e cosa continua a fare in questo primo periodo di allentamento delle misure di contenimento del virus?

2. La prima cosa che farà quando finirà questo periodo?

3. Quali nuove abitudini ha preso e come si adatta alla situazione?

4. Era già abituato a lavorare da remoto? E quando stacca cosa fa? Legge, ascolta musica, fa attività fisica...

5. Come vede i prossimi mesi? Nei limiti del possibile... un pronostico sul futuro?


Risposte:

CGT

1 Come la gran parte di noi, nei giorni precedenti il blocco ci siamo organizzati per mettere l'azienda in sicurezza e in grado di operare da remoto il più possibile. E' sorprendente come in poco tempo tutte le strutture di staff abbiano reagito bene a questa nuova modalità, praticamente senza interruzioni di servizio. Tralasciando la drammaticità del periodo vissuto dal nostro Paese, lo smart working è stato per molti di noi una piacevole sorpresa: risparmiare qualche ora negli spostamenti di ogni giorno; imparare a concentrare le riunioni in tempi brevi; prendere familiarità con la tecnologia di comunicazione non solo fra di noi ma anche con il cliente, con indubbi vantaggi economici e di tempo. Abbiamo cercato di mantenere giornalmente il contatto con i nostri clienti attraverso i canali digitali, far sentire la nostra vicinanza con una novità tutti i giorni; una delle migliori esperienze è stata quella dei webinar sul prodotto, nei quali i product managers hanno illustrato ad una platea di clienti connessi i benefici delle nostre soluzioni ... la partecipazione e la voglia di interazione sono state entusiasmanti.

2 Già questa settimana è stata una prima "liberazione": sono uscito a correre con le mie figlie, attività che ci era preclusa fino a pochi giorni fa; sono rientrato un giorno in ufficio e sicuramente presto incontrerò di persona, mantenendo le distanze suggerite, qualche cliente .... il digitale va bene, ma i rapporti de visu, leggere le espressioni delle persone, mostrare la passione per le cose che facciamo ... sono attività imprescindibili nel nostro settore e della nostra cultura. Volendo tornare sul piano personale invece, la cosa che più anelo è una bella cena in uno dei miei ristoranti preferiti.

3 Durante la quarantena ho voluto tenere un comportamento "disciplinato": solita sveglia alle 6.30, tagliare la barba tutti i giorni, abiti casual ma niente tute. La più bella abitudine è il pranzo tutti insieme in famiglia ... una piacevolissima novità per chi spesso non è a casa neanche per cena.

4 In remoto lavoravo unicamente la sera dopo cena, nessuna abitudine a lavorare da casa prima; alla fine della giornata mi diverte molto passare un po' di tempo nel mondo virtuale dei social di settore, interagire con i vari gruppi di operatori di macchine movimento terra e nonostante il blocco che ci fa restare in casa, capire cosa succede intorno a noi. Poi lettura, qualche bel film, godersi il sole di queste belle giornate in giardino e via di corsa nelle campagne intorno a casa.

5 Questa è veramente la domanda delle domande. Sicuramente ci sono molti scenari differenti, tutti possibili: da un lato, l'economia generale sarà impattata con enormi ripercussioni sul PIL, questo vuol dire meno soldi in giro e meno investimenti privati, ci sono già vittime illustri (il congelamento del progetto di costruzione del nuovo mega centro commerciale Westfield alle porte di Milano ne è un esempio). Tuttavia il Governo dovrà investire in infrastrutture che sono un enorme volano per l'economia del Paese; se questo sarà fatto anche con una semplificazione delle procedure e una velocizzazione dei pagamenti della PA, tutto il nostro comparto potrebbe vedere significativi benefici. C'è tanta voglia di ricominciare, i nostri clienti, appena "liberati" e messi a punto i protocolli, sono tornati a lavorare con grande determinazione, anche noi non vediamo l'ora di fare la nostra parte. Se tutti ci rimbocchiamo le maniche, possiamo rimettere l'Italia in moto: molto dipende da noi.


KOBELCO

1 Gestendo il mercato di Italia, Spagna, Portogallo e Israele, oltre ai frequentissimi viaggi all'estero la modalità di lavoro da remoto per me è divenuta da anni una consolidata consuetudine. Nonostante la mia familiarità con lo smart working, questa pandemia mi ha fatto sperimentare però una quotidianità molto diversa da quella routinaria. In questo momento i contatti con i miei concessionari non sono legati ad aspetti economici: anticipi, trattative, possibili sconti, ecc. sono piuttosto legati all'informazione e alla formazione. Nei giorni di lockdown mi sono inventato una specie di quiz: rovistando nelle mie vecchie cose, ho trovato moltissimo materiale utile: dalle brochure, alle presentazioni, ai video... e così, per tenere la mia rete attiva e coinvolgerla nonostante la distanza, ho creato e mandato loro 15 pacchetti di informazioni, quasi come se fossero 15 puntate di una serie TV, con link a video e materiale di diversa natura, più una domanda ogni due giorni che li coinvolgesse sia sul lato meccanico, quindi l'evoluzione dell'idraulica dal 2000 ad oggi, ingranaggi ecc sia sul lato business, quote di mercato, strategie di vendita e via di seguito, fino ad arrivare a metà maggio quando ci sarà una specie di gara con in palio un premio per acquistare merchandising firmato Kobelco. Devo dire che l'iniziativa ha avuto molto successo: tutta la rete, una quarantina di persone, si è sentita coinvolta, mi chiedono se è possibile ricevere più informazioni e soprattutto comparazioni con macchine della concorrenza. Tutto questo lavoro, che è stato altamente stimolante, mi ha permesso non solo di tenermi impegnato ma anche di stare ancora più vicino a mio figlio e anzi, visto che lui ha quasi 15 anni ed è assolutamente più digitale di me mi ha anche aiutato a digitalizzare vecchie presentazioni e a renderle di maggior appeal, ovviamente con la pazienza e i toni di ogni adolescente che di sicuro non nasconde di essere tecnologicamente più avanzato del padre.

2 Cercare di tornare, nei limiti del possibile e seguendo tutte le misure di sicurezza previste, alla vita normale, lasciando ovviamente da parte i viaggi all'estero per il momento; ma almeno poter tornare a incontrare qualche concessionario italiano, così come poter fare una bella cena con gli amici di sempre.

3 Anche se ero già abituato allo smart working è cambiato completamente il contesto intorno a me, la stessa vita in famiglia che se prima era dettata e scadenzata dagli impegni e dai ritmi di ognuno, in questi mesi ci ha visto condividere spazi e giornate intere. Abbiamo cercato di mantenere il più possibile orari e punti fermi oltre che aver introdotto anche piacevoli novità, come l'happy hour in giardino: ogni sera alle 19 mio figlio, mia moglie ed io condividiamo questo momento armati di spritz.

4 Le mie giornate quindi le divido tra (pre)occuparmi per il futuro, tenere attiva e concentrata la mia rete di venditori con il quiz di cui ho parlato po' anzi, curare il giardino che funge da passatempo e valvola di sfogo e portare in giro Kim, il mio cane, un bracco italiano di 11 anni che facendomi fare attività fisica, ovviamente nelle strette vicinanze di casa, mi aiuta comunque a tenermi in forma vista la facilità con cui si cede a qualche peccato di gola in più rispetto al solito.

5 Al di là della situazione meramente sanitaria che è di primaria importanza e rispetto alla quale ci auguriamo tutti possa essere trovata al più presto una soluzione, se affrontata nel modo giusto questa crisi potrebbe dare il là per accelerare tutta una serie di riforme e investimenti strategici e strutturali bloccati da decenni in Italia, dall'altra parte credo che sia anche un chiaro banco di prova per l'Unione Europea che si gioca il suo stesso futuro di fronte alla pandemia. Per venire al nostro mercato, personalmente ritengo che sia errato avere come obiettivo un ritorno allo status quo perché non sarà più come prima, non si può dipingere il futuro uguale al passato e dipingere un punto di partenza che di partenza non era. Le nostre fabbriche in Giappone hanno chiuso solo due settimane, non abbiamo avuto grandi cancellazioni (qualcuna dai paesi del Nord come Norvegia e Svezia) e al momento solo dei posticipi di 30 giorni di pagamento/consegna. Dal punto di vista di domanda stiamo andando bene, abbiamo anche venduto delle macchine e siamo riusciti a consegnarle, sia in Italia con Bassan che in Spagna dove abbiamo venduto un SK210D car dismantling. La domanda al momento tiene e tra la mia rete non aleggia ancora tanto pessimismo, anche perché mi sono creato una rete di concessionari che trattano anche macchine per l'agricoltura e quindi quel settore è sempre rimasto aperto e il personale operativo. Fino ad agosto metà settembre penso che reggerà molto bene il segmento del noleggio che rimpiazzerà l'acquisto di macchine nuove. Da metà settembre invece inizierà a pesare l'incertezza per l'anno successivo. Quello che sicuramente questa situazione ha portato a galla è stata tutta una serie di mancanze organizzative a più livelli: europeo, italiano, aziendale. Se si facesse squadra e si evitasse di urlare, discutere e starnazzare, potrebbe essere, non certo a breve termine ma a medio termine, la grande svolta per l'Italia e per le aziende italiane.

 

SCAI-HITACHI

1 Durante la quarantena ho continuato a lavorare in smart working per coordinare la rete di vendita dislocata in tutta Italia, ma non solo: il nostro magazzino ricambi e la nostro servizio assistenza sono rimasti più che operativi per tutto il periodo (con personale ridotto), perciò la supervisione e la mia presenza si è resa sempre necessaria, anche se virtuale.

2 Sicuramente tornerò a visitare tutte le nostre filiali per riorganizzare al meglio il lavoro per ripartire alla grande... naturalmente dopo aver passato una giornata in bici nei boschi della mia regione!

3 Questa situazione mi ha permesso di vivere al 100% la mia famiglia e la casa. Solitamente conduco una vita abbastanza frenetica e godermi al massimo tutte le piccole cose non è sempre scontato.

4 Sì, essendo un direttore commerciale ero già abituato a questa modalità. Tuttavia il mio lavoro è fatto soprattutto di relazioni, quindi è stato un po' difficile rimanere a casa senza potermi recare presso le filiali, i clienti o i fornitori. Quando è il momento di staccare dal lavoro, mi piace giocare con mio figlio e fare attività fisica.

5 Credo che sarà molto difficile ricominciare e tornare alla vita cui eravamo abituati prima dell'emergenza, sia a livello lavorativo che non. Ora vedo che la domanda di macchine c'è, ma la difficoltà per la clientela sicuramente sarà quella di finanziarsi. Ci vorrà del tempo, almeno 3/4 anni per ristabilire una situazione favorevole. Lo stato deve aiutare le imprese, altrimenti molti colleghi e clienti saranno costretti a chiudere. Nonostante la situazione, voglio essere positivo e cerco di sfruttare il maggior tempo a disposizione per riflettere sulle cose che dobbiamo cambiare per affrontare le difficoltà ed i periodi di crisi nel miglior modo possibile. Ripartiremo più forti di prima! In bocca al lupo a tutti.


CASE

1 Le premetto che pur essendo Business Director del Mercato Italia e dei Paesi del Central and East Europe, sono basata con la mia famiglia in Germania, a Francoforte. CNH Industrial ha fin dall'inizio dell'emergenza dato l'opportunità di lavorare in smart working, modalità comunque che già utilizzavo in precedenza, nei pochi giorni della settimana in cui non ero impegnata in trasferte di lavoro. Considerando che il mio team è ubicato in diversi Paesi, eravamo già abituati a rimanere connessi in "modo telematico" (video chiamate, call, WhatsApp, etc), quindi è cambiato relativamente poco nella gestione operativa, quello che realmente sta invece mancando è il "contatto" personale sia con i colleghi che con i concessionari che si aveva durante le visite sul campo.
In questo periodo è importante non perdere il contatto e rimanere vicino al mio team, per questo facciamo video chiamate regolari per tenerci aggiornati.

2 Parlando di business, certamente organizzare una riunione di persona con il mio team e poi organizzare una visita presso i concessionari.
Nella vita personale, invece, penso che organizzerò un viaggio con mio marito e miei due figli in Toscana dove vive mia madre: girando in macchina liberamente per questa terra a cui sono molto legata.

3 Certamente in questo periodo ho avuto modo di rimanere molto più vicina alla famiglia, ma il cellulare ha fatto da tramite per tutti i miei contatti - sia professionali che personali  - e credo di averne abusato, come tutti in questo periodo, e di aver bisogno di sostituire questa dipendenza tecnologica con incontri veri.

4 Come dicevo in precedenza, già lavoravo ogni tanto da remoto. Quando stacco, seguo i miei bimbi cercando di organizzargli il lavoro che anche loro devono fare "da remoto" per la scuola e poi andiamo a fare delle passeggiate insieme in campagna e nei boschi.

5 Voglio essere positiva.  Non mi illudo che gli effetti dell´impatto di questo periodo svaniscano di colpo, ci aspettano ancora dei mesi duri.  Voglio però credere che il peggio sia passato.
Lato business siamo convinti dell´im-portanza del settore movimento terra per la ripresa dell´economia. Le richieste del mercato cambieranno e sarà necessario venire incontro ad una nuova realtà, ma come CASE vogliamo ricambiare la fiducia dei nostri clienti rimanendo forti al loro fianco, ora più di prima.

 

LIEBHERR

1 Durante la quarantena mi sono dedicato a cose che facevo di rado, per non dire mai, in passato. In particolare ho scoperto il piacere della cucina e, sebbene sia un cuoco negato, ho trovato soddisfazione nel passare del tempo davanti ai fornelli. Diciamo che in generale mi sono goduto la tranquillità casalinga che vivo sempre molto poco durante la normale attività lavorativa.

2 Andrò a fare un lungo giro in moto, la mia più grande passione. È quello che più mi sta mancando durante questo periodo di quarantena

3 Ho cercato di mantenere le stesse abitudini che avevo prima, anche in termini di orari, proprio per cercare di rendere il più normale possibile questo periodo particolare. Confesso che però, stando tutto il giorno in casa, mi sono lasciato andare un po' troppo spesso a qualche peccato di gola.

4 Mi era capitato già in diverse occasioni di lavorare da remoto, durante viaggi di lavoro o per concentrarmi su compiti particolari che richiedono una sorta di isolamento, ma ovviamente mai per un periodo così protratto nel tempo. Per fortuna la tecnologia oggi permette di lavorare da qualsiasi parte con più o meno la stessa facilità e produttività di quando si è in ufficio.
Quando stacco dall'attività lavorativa guardo film, ascolto musica e faccio un po' esercizio fisico (anche se in casa si è inevitabilmente limitati).

5 Ad oggi è davvero difficile fare previsioni. Fondamentali per capire lo sviluppo futuro saranno i prossimi 2 mesi dove si potrà vedere come sarà la reazione al ritorno alla normalità. Sono comunque ottimista e credo che ad una inevitabile contrazione del mercato nel 2020 potrà seguire un rimbalzo verso l'alto nel 2021, sempre a patto che venga iniettata liquidità sul mercato e che non ci siano nuove ricadute della situazione sanitaria.


KOMATSU

1 Si dice che il capitano deve essere l'ultimo ad abbandonare la nave e io in ossequio a questa regola sono sempre andato a lavorare in ufficio. La mia è un'azienda famigliare, pertanto mio fratello ed io attraversando strade spettralmente vuote, ricordiamo che il Veneto è stata una delle regioni colpite prima dal virus e che per prima ha chiuso tante attività, siamo sempre venuti al lavoro, lasciando invece a casa i nostri genitori, per tutelarli, e tutto il personale impiegatizio che poteva essere operativo in modalità smart working, modalità adottata anche da tutti gli altri distributori di Komatsu Rete Italia.Come azienda la Varini è sempre rimasta aperta perché così ci permettevano i nostri codici Ateco e infatti abbiamo mantenuto attivo il servizio di assistenza e manutenzione, anche perché molti nostri clienti non si sono mai fermati, essendo titolari di aziende di raccolta rifiuti, riciclaggio, aziende chimiche, industrie a ciclo continuo, con macchine che lavorano anche su tre turni o H24. Ovviamente una macchina però non può essere riparata da remoto, quindi per limitare il più possibile gli spostamenti e i contatti interpersonali, abbiamo cercato di dare supporto ai clienti ricorrendo alla tecnologia, magari facendo diagnosi in videoconferenza, così da ottimizzare ed efficientare l'intervento del tecnico che si recava sul posto già conscio del lavoro da svolgere e del problema da risolvere.

2 Purtroppo penso che la fine di questo periodo non avverrà di punto in bianco, come a premere un interruttore della luce pronto a spegnere il virus, quindi non si potrà all'improvviso scendere in piazza e festeggiare, quello che spero è che possano tornare fiducia e serenità nell'affrontare il quotidiano. Se poi devo pensare a qualcosa che mi manca in questo momento e che desidero... beh sicuramente una bella cena con i colleghi e gli amici.

3 Sostanzialmente io ho mantenuto il mio quotidiano tran tran appunto perché son sempre venuto al lavoro, seppur con colleghi in smart working e ufficio vuoto. L'unica differenza, oltre alle strade deserte era il suono del telefono, che squillava solo un 10% rispetto al periodo normale. Considerando che tutti i nostri commerciali erano a casa e che non era di certo il periodo per parlare di investimenti, noi, così come tutta Komatsu Rete Italia, abbiamo deciso di spingere sulla formazione, non solo sui prodotti ma anche su tutto quello che ruota intorno al nostro settore. I venditori così si sono mantenuti attivi con webinar e lezioni online che, complice il lockdown, hanno visto una partecipazione altissima e un minore dispendio di energia e costi organizzativi.

4 Come ho detto, io non ho mai lavorato da remoto, durante questi mesi ho però avuto il tempo di fermarmi e riflettere su un aspetto, forse banale ma finora oscurato dalla vita frenetica di sempre. Se prima della quarantena mi dedicavo al 100% al lavoro, dalla mattina presto alla sera tardi, questi giorni sospesi mi hanno fatto pensare che esiste anche qualcosa di diverso, un modo più ragionato di dedicarsi al lavoro senza doversi trovare sempre a correre e correre per poi voltarsi e chiedersi (magari senza trovare la risposta): ma perché sto correndo?

5 Se analizzo la situazione contingente del nostro territorio, quindi il Triveneto, constato che tutto sommato siamo ripartiti un po' prima degli altri, alcune aziende già dopo Pasqua, e quindi abbiamo ripreso ad avere qualche richiesta e a fare qualche offerta. I nostri commerciali sono pienamente operativi, ovviamente con tutte le precauzioni del caso e rispettando quelle che sono le prescrizioni e le direttive arrivate dal DPCM oltre a quelle che ci siamo dati noi al nostro interno. La mia preoccupazione, però, e parlo sia da Presidente di Komatsu Rete Italia che da Titolare di azienda, è rivolta al dopo, al post pandemia, perchè il vero problema ci sarà se non arrivano investimenti per ridare ossigeno al tessuto delle aziende produttive, da nord a sud. Ad esempio, e parlo come Varini, noi siamo, anzi eravamo, abituati a lavorare con aziende del comparto turistico che erano solite programmare ristrutturazioni e investimenti nei periodi di bassa stagione: ma quando arriverà la bassa stagione in autunno e nessuno investirà in manutenzioni come faremo? È compito della politica dirci cosa fare e darci gli strumenti per colmare quel gap che si è venuto a creare. Maggio e giugno saranno i mesi cruciali per vedere se sarà effettivamente iniettata della liquidità nel territorio per poter ripartire non solo con i lavori previsti ma con qualcosa in più per colmare quello che sicuramente mancherà. E questo vale per tutto il territorio nazionale dove il virus e la pandemia hanno impattato in maniera profondamente diversa. Ma se la regione mia vicina va bene allora anche la mia regione godrà del medesimo effetto positivo e la stessa cosa viceversa vale in negativo, pertanto se la politica sarà attenta e brava a creare i presupposti di un rilancio potremo ripartire, ovviamente cambiando completamente mentalità e approccio, anche lavorativo, a maggior ragione nel nostro settore in cui il fattore umano e i rapporti personali sono una componente imprescindibile. Perché il cliente investa ci vuole fiducia e costruire fiducia con una videochiamata non è facile, pertanto la sfida più stringente è quella di riuscire a cambiare modalità di lavoro, di proposte, a far valere le nostre qualità, i nostri valori aggiunti e le nostre peculiarità. Solo così potremo uscirne.


JCB

1 Di fronte alle prime notizie della pandemia, anche prima del lockdown, la JCB SpA ha subito reagito fornendo tutti gli strumenti informatici ai propri dipendenti per essere pronti a lavorare da remoto. Questo ci ha permesso di supportare la nostra rete in continuità, alle stesse condizioni antecedenti al Covid-19. Sono molto orgoglioso della reattività di tutto il team JCB, che ha mostrato un grande senso di responsabilità e di adattamento. Va sottolineato che non dovendo gestire unità produttive ma servizi commerciali e di assistenza, rispetto ad altre tipologie di aziende è stato tutto molto più semplice. La nostra tipologia di attività, inoltre, ci permette di lavorare ancora in modalità smart working, generando così una duplice azione di contrasto alla pandemia: innanzitutto salvaguardiamo la salute dei nostri dipendenti e poi contribuiamo a ridurre la circolazione di persone in un momento cruciale per tutti riducendo le occasioni di contagio.

2 Sono ottimista per natura e vedo in quanto è successo un'occasione irripetibile di cambiamento per tutti. Sono convinto che questa situazione abbia reso evidenti i vantaggi potenziali delle nuove procedure di smart working, che saranno sempre più diffuse e implementate: ci aiuteranno a lavorare meglio ed in maniera più produttiva, migliorando inoltre la nostra qualità di vita. Basti pensare alle ore trascorse nel traffico che potremo ridurre drasticamente, contribuendo così anche alla tutela dell'ambiente con minori emissioni di CO2. A differenza del passato, oggi ci siamo accorti che possiamo farlo, lo stiamo facendo, e quindi non vedo perché non continuare a farlo!

3 Paradossalmente in questo periodo di lockdown sono riuscito a lavorare di più, utilizzando il tempo in maniera più razionale ed efficace. Questo periodo assolutamente eccezionale ed imprevisto ha portato tutti, me compreso, a esplorare ulteriormente le tecnologie e le applicazioni via web, imparando rapidamente a sfruttarne i vantaggi. Personalmente ho implementato e attivato nuovi sistemi di comunicazione per mantenere il contatto con tutti i dipendenti e la nostra rete di distribuzione, ma ho anche scoperto che si può fare molto di più. Credo che per chi dirige e ha responsabilità in un'azienda si apra una fase molto importante di riflessione e di innovazione, che impatterà sull'organizzazione stessa delle imprese a ogni livello.

4 Viaggiando molto per lavoro ero già abituato a lavorare da remoto, ma come ho già sottolineato ho scoperto nuove potenzialità dello smart working. Sul fronte personale, in maniera inaspettata sono riuscito a cominciare un'attività fisica, cosa che non avevo mai fatto precedentemente; devo dire che questa attività mi ha aiutato molto nel riuscire a lavorare a casa senza rimpiangere troppo la vita passata a viaggiare per lavoro.

5 I prossimi mesi saranno molto duri. Come JCB stiamo analizzando vari scenari per meglio supportare i nostri concessionari a superare questo momento davvero difficile. Ritengo sia troppo presto per quantificare il possibile calo del nostro mercato: siamo ancora legati ad alcune incognite fondamentali, come il progredire della lotta contro la pandemia così come gli sviluppi dei supporti economici governativi ed europei. Volendo ancora una volta essere ottimisti, essendo il nostro un settore strategico, mi aspetto che il settore delle costruzioni insieme a quello dell'agricoltura funzioni da volano per supportare la nostra crescita e quella del nostro Paese.


DOOSAN

1 Era il 25 febbraio quando ricevetti la comunicazione da parte del nostro CEO Charlie Park che, in risposta all'epidemia di Coronavirus in alcuni paesi e al fine di proteggere la salute e la sicurezza dei dipendenti, con effetto immediato, ci proibiva di viaggiare per lavoro in Paesi ad alto rischio (tra cui l'Italia) fino a nuovo avviso. E io vivo a Padova, una delle province entrate subito nell'occhio del ciclone. Da allora sono passati più di due mesi e, per uno come me abituato a viaggiare in questo periodo dell'anno anche il 60% - 70% del tempo, la vita è radicalmente cambiata. In pochi giorni ho dovuto cancellare tutti i viaggi e gli impegni di marzo e aprile, riorganizzare la mia agenda lavorativa, prendere decisioni delicate e difficili come quelle di cancellare eventi prossimi o sospendere progetti a cui stavo lavorando da mesi, e capire come aiutare concretamente la rete dei concessionari Doosan.

2 Sicuramente tornare in Toscana... a trovare mio fratello, gli amici e soprattutto i miei genitori che a fine maggio faranno 50 anni di matrimonio. Mi dispiacerà non festeggiare con loro, ma avremo modo più avanti. Quindi sì, sicuramente tornare in Versilia è la cosa che desidero di più.
Ed in questi momenti di forzata clausura mi manca il mare più che mai, con i suoi colori e l'odore della brezza marina, che da soli sono appaganti e ti fanno sentire bene. Chi è nato al mare mi può capire.

3 Come molti genitori, mi sono dovuto adattare velocemente alla nuova realtà e ad una casa diventata improvvisamente stretta per cinque persone: non avendo nè un giardino nè una grande terrazza abitabile, l'impossibilità di uscire all'aria aperta mi è pesata molto, perchè a parte le uscite necessarie per fare la spesa, noi siamo rimasti sempre a casa. Poi con tre figli, io e mia moglie abbiamo dovuto reinventarci gli spazi per consentire a loro di seguire le molte lezioni online e a noi di continuare, nei limiti del possibile, il nostro lavoro senza troppe intereferenze.
In questo senso devo dire che il lavoro che svolgo mi ha aiutato molto ad adattarmi subito: nelle vendite, specialmente nel nostro settore, siamo abituati a lavorare con poche informazioni, tante incertezze, a dovere sempre pensare al famoso piano "B", quindi riorganizzare le giornate mi è venuto tutto sommato in modo naturale.
Abbiamo anche riscoperto il gusto di giocare tutti insieme almeno una volta a settimana la sera, dopo cena, a qualche gioco da tavola; cosa che di solito facevamo solo in vacanza.

4 Sì, in Doosan lavoro in remoto da sempre quindi per me non si è trattato di una novità.
Momenti liberi paradossalmente ne ho pochi perchè abitandoci in 5 cinque H24 la casa si sporca più velocemente, perchè pranzi e cene vanno preparati, perchè i figli vanno aiutati con le consegne dei compiti, la gestione delle aule virtuali... però cerco di ritagliarmi dei momenti durante la giornata per fare un minimo di attività fisica in casa, oppure in bicicletta nel fine settimana adesso che si può... e dopo pranzo, anche grazie alle belle giornate che marzo e aprile ci hanno regalato, generalmente mi concedo una pausa sul balcone con le cuffiette ad ascoltare musica col sole in faccia.
Prima leggevo molto in aereo, in hotel la sera, adesso leggo molto la notte anche perchè, ahime, dopo 5-6 settimane di quarantena sono tra quelli che hanno perso po' di sonno e allora la lettura, specialmente di polizieschi e gialli, mi aiuta a staccare e rilassarmi e riprendere sonno.

5 Temo che per tutto il 2020 i nostri spostamenti continueranno ad essere limitati o a subire disagi, almeno per chi come me viaggia spesso all'estero. Questo perchè ancora non sappiamo come questo virus evolverà, si parla ad esempio di un ritorno di epidemia autunnale; e perchè a livello europeo non c'è ancora unità di vedute sul come affrontare presente e futuro. E probabilmente in futuro la vita ci costerà di più, visto che gli aerei non potranno viaggiare a piena capienza ma i loro costi fissi andranno comunque coperti con prezzo del biglietto. Sarà un nuovo post 11 Settembre: saremo costretti a cambiare alcune abitudini, a rifornirci di quanto necessario a proteggerci da virus (anche se in questo Doosan è stata esemplare, spedendo a tutti noi dipendenti europei dei pacchi di mascherine N95, un piccolo gesto ma concreto che ho molto apprezzato).
L'Italia poi, politicamente, sta palesando gravi limiti in termini di programmazione, comunicazione e soprattutto gestione della crisi. A mio modesto avviso poi, si fa l'errore di mettere in contrapposizione la priorità sanitaria con quella economica, minando in questo modo il futuro di molte più persone perchè già troppe aziende e attività non riapriranno e quindi moriranno. Di questo sono preoccupato... ma poichè non mi piacere finire un'intervista con un messaggio negativo, diciamo che questa crisi ha permesso anche di far conoscere i benefici dello smart working e magari molte aziende che prima non lo adottavano, grazie a questa esperienza ci faranno ricorso in maniera più convinta e ne guadagnerà la qualità della vita delle persone.
E questo periodo ha permesso anche di osservare chi ha le competenze, le idee e le capacità di affrontare e gestire una città, una regione o una nazione. Spero che proprio le competenze, e le persone che stanno dimostrando di averne, saranno quelle a cui verrà data quanto prima la possibilità di guidare la rinascita dell'Italia.

 


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